mercoledì 22 marzo 2017

QUARANT'ANNI DOPO



Gli anni di piombo e le brigate rosse sono argomenti che, per quanto si cerchi di archiviare, continuano a essere d’attualità e  di interesse.Se ne è parlato in libri, film, incontri, spettacoli. Ma un musical sull’argomento non era ancora stato fatto. E la cosa non stupisce. Se poi il titolo è Piombo.Una canzone vi seppellirà, è difficile non restare perplessi. E, invece, non c’è niente di grottesco o che rasenta la parodia, assolutamente fuori posto e di cattivo gusto in questo caso. E’ un’analisi o meglio un racconto dei cinquantacinque giorni del sequestro Moro, rievocate dalle lettere dello stesso Aldo Moro dalla prigionia, dai demenziali comunicati delle BR, dalle dichiarazioni dei politici, tutto trasformato in canzoni. Che non diminuiscono per niente la gravità del momento, anzi la intensificano e mettono in risalto la confusione, la realtà appannata, il surreale di quel drammatico periodo storico. A fare da filo conduttore il giornalista televisivo, mezzo busto sullo schermo intero di persona, che  commenta, spesso interrotto e censurato. Sul palcoscenico, oltre a lui e a un Aldo Moro sfinito, ma non sconfitto, interpretati da Davide Gorla e Andrea Lietti, Enrico Ballardini nei panni di un brigatista(nella foto con il regista), e due donne, una passionaria Elena Scalet e una mite e rassegnata Giulia D’Imperio(foto in alto). Regia, musiche, testi e libretto sono di Gipo Currado. La produzione è curata dalla Compagnia Odemà in collaborazione con Tiktalik Teatro. Lo spettacolo è in scena fino al 26 marzo al Teatro Menotti. Dove domani alle 12 si tiene l’incontro Gli anni di piombo raccontati quarant’anni dopo, a cui intervengono l’ex magistrato Gherardo Colombo e i giornalisti-scrittori Lello Gurrado e Piero Colaprico. 

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