Continuando con il tema del genderless, che non è altro che il seguito esasperato dell’unisex, oggi
si sono viste due collezioni emblematiche
della tendenza. Una di un emergente, supportato dalla Camera della moda
Italiana, l’altra
di un’affermata star della moda. Le due collezioni possono vestire indifferentemente uomini e donne. La prima, Omar (foto in alto), è di un giovane modenese con studi alla scuola di Anversa, e propone capi con forme oversize, dallo spolverino alla giacca-camicia. Curati nei dettagli e con tagli sartoriali, non a caso Omar ha iniziato la sua carriera creando cartamodelli. I colori sono gli assoluti bianco e nero, con l’eccezione di qualche flash arancione e della stampa, in bianco e nero, ispirata al muro di un edificio di archeologia industriale del modenese. Il filo conduttore sembra essere less is more. Al contrario della collezione di Vivienne Westwood (foto in basso)che può essere considerata il guru di un nuovo barocco, dove la sovrapposizione, il richiamo ai costumi, il mix di stili sono le caratteristiche. Sfilano salopette,giacche, mantelline, mantellone, abiti diritti, completi giacca e pantaloni larghi, abiti e perfino chemisier per lei e per lui. La scarpa è indifferentemente il sandalo nudissimo o lo stivaletto in cavallino. Come tessuti il velluto e la lana si accostano o sostituiscono lino e cotone. Anche nei colori la palette è sterminata. La voglia di libertà e di uscire dagli schemi è l’ispirazione più forte. La stessa che spinge la grande Vivienne a lottare per la liberazione di Jules Assange il giornalista programmatore al quinto anno di reclusione illegale nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra, dove ha chiesto asilo politico.
di un’affermata star della moda. Le due collezioni possono vestire indifferentemente uomini e donne. La prima, Omar (foto in alto), è di un giovane modenese con studi alla scuola di Anversa, e propone capi con forme oversize, dallo spolverino alla giacca-camicia. Curati nei dettagli e con tagli sartoriali, non a caso Omar ha iniziato la sua carriera creando cartamodelli. I colori sono gli assoluti bianco e nero, con l’eccezione di qualche flash arancione e della stampa, in bianco e nero, ispirata al muro di un edificio di archeologia industriale del modenese. Il filo conduttore sembra essere less is more. Al contrario della collezione di Vivienne Westwood (foto in basso)che può essere considerata il guru di un nuovo barocco, dove la sovrapposizione, il richiamo ai costumi, il mix di stili sono le caratteristiche. Sfilano salopette,giacche, mantelline, mantellone, abiti diritti, completi giacca e pantaloni larghi, abiti e perfino chemisier per lei e per lui. La scarpa è indifferentemente il sandalo nudissimo o lo stivaletto in cavallino. Come tessuti il velluto e la lana si accostano o sostituiscono lino e cotone. Anche nei colori la palette è sterminata. La voglia di libertà e di uscire dagli schemi è l’ispirazione più forte. La stessa che spinge la grande Vivienne a lottare per la liberazione di Jules Assange il giornalista programmatore al quinto anno di reclusione illegale nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra, dove ha chiesto asilo politico.
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