E’ finito ieri il Suq Festival di Genova alla sua
diciottesima edizione. Come sempre un grande successo. Tutto si è svolto a
Porto Antico in Piazza delle Feste e al Museo Luzzati, nei vicoli che salgono
verso palazzo Ducale e la cattedrale di San Lorenzo. E per i non genovesi è stato
un modo per conoscere luoghi davvero speciali. Come la chiesa di San Pietro in
Banchi(foto in alto), in piazza Banchi, dove è andato in scena Hagar la schiava in prima nazionale sabato sera, replicato domenica
pomeriggio. L’autore è Adonis, poeta e saggista siriano, candidato per il premio
Nobel per la letteratura. L’adattamento scenico e la regia sono di Giuseppe
Conte. Due gli attori, Enrico Campanati narratore emozionante e Carla
Peirolero, creatrice e direttore artistico del Festival, convincente nei panni
della schiava. Con l’accompagnamento musicale
di Elias Nardi ed Edmondo Romano. La pièce racconta gli inizi di quella
guerra senza fine, nata proprio dai due figli, l’ebreo Isacco e l’arabo Ismaele,
concepiti da due donne, la moglie Sara e la concubina Harar, con lo stesso uomo, Abramo. Con una possibile
lettura contemporanea sul tema del corpo prestato e dell’utero in affitto. Davvero
straordinaria la scenografia con una rete appesa al soffitto che lasciava però
intravvedere il pregevole interno della chiesa del 16° secolo(foto in basso). Uscendo, era impossibile
non notare la seicentesca Loggia di Banchi con le grandi vetrate, dove si è tenuta la mostra su Gilberto Govi,
fondatore del teatro dialettale genovese, che probabilmente sarà prorogata ad
agosto. Tra le attrazioni del festival
oltre gli incontri e gli
spettacoli, centrati sul tema dei
dialoghi tra differenti culture, il bazar con 40 botteghe di artigianato da
tutto il mondo e gli workshop di cucina con la possibilità di assaggiare
i piatti di una quindicina di Paesi.
Lo spettacolo proposto dal Suq Festival in questa 18° edizione è di un notevole valore artistico e letterario. Grazie anche al testo del poeta siriano Adonis.
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