Non è vero che quello che colpisce ha un effetto positivo, ma
è vero che nella moda specie maschile, meno predisposta alla creatività, una
presentazione curiosa è un fattore di attrazione.
Non certo sufficiente per giudicare una
collezione. In questa fashion week milanese ridotta all’osso (quattro giorni scarsi) si sono visti allestimenti, location, regie capaci di intrigare anche i non addetti ai lavori. A cominciare dai particolari, come le due sovradimensionate poltrone da barbiere vintage e il lampadario a gocce dell’area scambio-Revolver di White, con i dodici espositori scandinavi (Dieci italiani saranno invece per la fiera Revolver a Copenhagen). O la fila di sedute da Ermanno Scervino: sedie di legno da cinema anni ’50, dormeuse, poltrone e poltroncine Luigi XIV. Queste ultime con un rivestimento di cashmere a righe come le maglie dei modelli. Più scontato, ma emozionante il video di un oceano sullo sfondo della passerella di Etro con rumore delle onde. Da spiare da un buco tipo serratura la collezione di Santoni. Per scoprire accanto a scarpe raffinate, scritte ironiche alla Ben Vautier o vere gambe pelose di uomini invisibili dal ginocchio in su. Il tutto nei sontuosi saloni di Palazzo Bocconi (sede del Circolo della Stampa). Sempre straordinario il cortile del Filarete nella Ca’Granda (Università degli Studi) scelto da anni come passerella da Missoni. O l’Accademia di Brera luogo deputato per le presentazioni dell’uomo Trussardi(v.foto). Questa volta i nuovi dandy, interpretati da attori, davanti a specchi, nel porticato al primo piano, dialogano con il loro riflesso, con il pubblico, gridano, imprecano, ridono, cantano, sulle note eccellenti di un pianoforte dal vivo. Nuovissima perché precede di due giorni l’inaugurazione ufficiale la passerella di Dirk Bikkembergs. E’ la storica Piscina Caimi costruita nel 1939 e chiusa per lavori dal 2007. I modelli camminano intorno all’acqua, mentre si allenano con schizzi e grida i campioni di pallanuoto della Canottieri Milano. E infine, discutibile per la portabilità dei capi, ma divertente per la regia, lo styling, il trucco, la colonna sonora, la sfilata del malese Moto Guo. Adolescenti dal sesso incerto e la faccia piena di brufoli (finti), vestiti indifferentemente con gonne, pantaloni, grembiuli, sahariane, giacche strutturate infilate nei calzoni e calzini bianchi con scarpone nere ai piedi, sembrano i protagonisti di un horror nel college.
collezione. In questa fashion week milanese ridotta all’osso (quattro giorni scarsi) si sono visti allestimenti, location, regie capaci di intrigare anche i non addetti ai lavori. A cominciare dai particolari, come le due sovradimensionate poltrone da barbiere vintage e il lampadario a gocce dell’area scambio-Revolver di White, con i dodici espositori scandinavi (Dieci italiani saranno invece per la fiera Revolver a Copenhagen). O la fila di sedute da Ermanno Scervino: sedie di legno da cinema anni ’50, dormeuse, poltrone e poltroncine Luigi XIV. Queste ultime con un rivestimento di cashmere a righe come le maglie dei modelli. Più scontato, ma emozionante il video di un oceano sullo sfondo della passerella di Etro con rumore delle onde. Da spiare da un buco tipo serratura la collezione di Santoni. Per scoprire accanto a scarpe raffinate, scritte ironiche alla Ben Vautier o vere gambe pelose di uomini invisibili dal ginocchio in su. Il tutto nei sontuosi saloni di Palazzo Bocconi (sede del Circolo della Stampa). Sempre straordinario il cortile del Filarete nella Ca’Granda (Università degli Studi) scelto da anni come passerella da Missoni. O l’Accademia di Brera luogo deputato per le presentazioni dell’uomo Trussardi(v.foto). Questa volta i nuovi dandy, interpretati da attori, davanti a specchi, nel porticato al primo piano, dialogano con il loro riflesso, con il pubblico, gridano, imprecano, ridono, cantano, sulle note eccellenti di un pianoforte dal vivo. Nuovissima perché precede di due giorni l’inaugurazione ufficiale la passerella di Dirk Bikkembergs. E’ la storica Piscina Caimi costruita nel 1939 e chiusa per lavori dal 2007. I modelli camminano intorno all’acqua, mentre si allenano con schizzi e grida i campioni di pallanuoto della Canottieri Milano. E infine, discutibile per la portabilità dei capi, ma divertente per la regia, lo styling, il trucco, la colonna sonora, la sfilata del malese Moto Guo. Adolescenti dal sesso incerto e la faccia piena di brufoli (finti), vestiti indifferentemente con gonne, pantaloni, grembiuli, sahariane, giacche strutturate infilate nei calzoni e calzini bianchi con scarpone nere ai piedi, sembrano i protagonisti di un horror nel college.
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