martedì 1 marzo 2016

IL BIANCO FA MODA

 Les Bohémiens

 Giuliana di Franco Gioielli
 Vitussi
Le sfilate sono un momento importante e non solo per l’immagine del Paese. Ma per quanto grande sia l’impegno di Camera della Moda e di alcuni, pochi, stilisti famosi il concetto di fare sistema in Italia non è ancora percepito. E non si può sperare dal pranzo di Renzi. Soprattutto le piccole aziende hanno bisogno di visibilità che una sfilata potrebbe forse dare in parte, ma non riuscirebbe mai a compensare gli altissimi costi. In questo senso le fiere,  anche se meno “glamour” sono più utili. Ben tre si sono svolte a Milano in contemporanea con la fashion week. Mipap, organizzata da Fiera di Milano, che ha mantenuto i numeri dell’anno precedente con una presenza leggermente superiore di stranieri. Super  di Pitti Immagine, dedicata  soprattutto agli accessori, con seimila compratori di cui 20% dall’estero. E White  con l’approccio più innovativo. Perché di grande servizio anche  per i compratori che qui trovano prodotti selezionati da uno scouting attento, alle realtà sconosciute e interessanti. In gennaio ha dedicato un grande spazio all’artigianato, in questa edizione, con It’s Time to south, in collaborazione con ICE, ha aperto le porte a giovani aziende calabresi, campane, pugliesi, siciliane. Quindici i marchi. Da Napoli Giuliano Galiano con le sneakers in pelli pregiate, lavorate con la maestria dell’artigianato locale,  preferite da calciatori e  cantanti hip hop. Ha realizzato una limited edition con un  marchio napoletano di abbigliamento, Les Bohémiens, che propone capi dai precisi tagli sartoriali con stampe digitali ispirate all’arte contemporanea. Creata da Francesco De Falco e Pasquale Vittorio D’Avino nel 2013 l’azienda  è impegnata in una riqualificazione delle aree disagiate. Le foto dell’ ultima campagna sono  state scattate nell’ex carcere minorile Filangieri. Attenzione al sociale da sempre per LR Loredana Roccasalva, siciliana di Modica, che propone gonne e colletti  coordinati, in tessuti particolari. E una capsule  di T-shirt ideate e realizzate  dalle donne immigrate del centro di accoglienza di Pozzallo. Dalla Sicilia arriva anche Giuliana di Franco Gioielli che in molte delle sue  creazioni mette la ceramica di Caltagirone, e  ogni ciondolo, ogni anello, ogni disegno  racconta una storia o un mito dell’isola. Difficile trovare qualcosa di simile alle borse Vitussi. Dalla forma geometrica quasi avveniristica,che riecheggia però anche  le trousse anni  ’40,  fino ai materiali inediti: piume,  fico d’India, pietra, pelliccia di riciclo. “Provengono dalle pellicce smesse di zie” dice il designer e imprenditore Vito Vitussi palermitano”Le borse sono una lavagna su cui disegnare”. Vengono da Palermo  anche le borse di Price Eco Design. Il designer  è Federico Bruno Price, famiglia di  antiquari, con uno zio, Anthony Price, sarto delle rock star (da Bowie ai Duran Duran a Brian Ferry). Usa  tessuti vintage, stoffe africane, sete di kimoni, pelli di vacca di Cinisi e la lavorazione è tutta made in Sicily.

Nessun commento:

Posta un commento