Il raccolto all'Orto Parenti |
Per farsene un’idea, si può andare al Teatro Franco
Parenti di Milano, dove l’estate scorsa nel terrazzo che si affaccia sulla
Piscina Caimi si sono raccolti pomodori,
zucchine, zucche. Mentre ora crescono radicchio e erbe aromatiche e un
melo e due kiwi danno i loro frutti.
E’ il primo intervento di Orti d’Azienda, onlus creata da otto persone con formazioni e
curricula diversi, dal manager all’esperto di comunicazione al geologo, accomunati da un forte interesse per
l’ambiente. La Onlus è sostenuta da vari sponsor tra cui Timberland che, nei suoi headquarters nel New Hampshire in Usa, ha realizzato un grande orto aziendale
già nel 2007. Un orto all’interno di un’azienda non ha solo fini strettamente ecologici-verdi. Può riqualificare
gli spazi intorno, rendendoli più gradevoli alla vista e più fruibili. E può
anche essere un modo per creare svago e
aggregazione tra i dipendenti. I frutti raccolti sono destinati a chi li
coltiva, quindi ai dipendenti, ma possono essere donati anche a membri di
associazioni convenzionate o ad associazioni caritatevoli. Il gruppo fondatore non si limita alla teoria.
Consiglia il tipo di ortaggi, verdure, frutta giusti, interviene manualmente per seminarli
nei periodi adatti, aiuta a gestire la manutenzione.
Orti d’azienda “fornisce consulenze” non solo alle aziende ma
anche a chi vuole coltivare i pomodori sul balcone o i sedani nel giardino di
casa, non importa le dimensioni del verde a disposizione. Per gli interessati
dal 18 febbraio al 18 marzo ha organizzato cinque workshop, proprio nel
terrazzo-orto del Teatro Franco Parenti. E per chi non ha tempo o spazio esiste anche la possibilità di adottare un orto a distanza. L’iniziativa, in
collaborazione con Geologos sine fronteras, consiste nel partecipare alle spese
di un kit per Paesi in via di sviluppo come Africa o Sud America. In
questo ci sono le semenze selezionate in
base a terreno e clima e un impianto d’irrigazione “goccia a goccia” notturno e indipendente, per
far fronte ai problemi idrici. Si chiamano
Isole Orticole e possono fornire nutrimento a una famiglia o un gruppo dalle cinque fino alle otto persone (www.ortidazienda.org).
Bellissima iniziativa. E' molto importante che Luisa Espanet ne abbia parlato perché è un esperimento che dovrebbe generalizzarsi per la sua indiscussa utilità. In particolare in questo periodo crisi economica e di ortaggi e frutta "avvelenati". Colgo l'occasione per rivolgere una richiesta a Luisa: scrivi un articolo per il nostro giornale pievese, Creuze dei Due Golfi, dove abbiamo iniziato ad affrontare questa tematica degli orti urbani e sinergici. Grazie. Pietro Tarallo.
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