LA TRAVIATA STRINGATA
Sì, proprio così. Sull’elegante stringata in pelle per
lui si possono leggere note e parole dell’aria “Amami Alfredo”. Altre note della Traviata sono sulla decolleté tacco 12 per
lei. Sono scarpe limited edition solo per la boutique milanese, è intuibile,
con cui Testoni, guru della pelletteria,
ha voluto rendere omaggio alla prima
della Scala. Quest’anno più che
mai è stata sentita e seguita. Sarà per l’opera scelta, tanto conosciuta fino alla orecchiabilità da Sanremo, sarà perché si festeggiano i duecento anni dalla
nascita di Verdi, sarà perché c’è voglia
di qualcosa che unisca e colleghi,diverso da Facebook o Twitter. A parte la pre-prima
per gli under trenta, l’opera è stata seguitissima dalla gente nelle case. L’indomani
tutti canticchiavano “Libiam libiam” piuttosto che “Il tuo vecchio genitor”
indipendentemente dalla voce e dalla situazione. Nei bar e per le strade si coglievano frammenti di
conversazioni sull’argomento, critiche, commenti, quasi più numerosi e enfatici
di quelli di un lunedì dopo partita. E
con lo stesso spirito, come tutti diventano di punto in bianco grandi
allenatori, ecco chiunque, nell’assoluta disinformazione in fatto di lirica,
improvvisarsi musicologo, direttore
d’orchestra, costumista, tecnico delle luci, ma soprattutto regista. Senza
arrivare a parlare di talebani come Lissner, contro il giovane Dimitri Tcherniakov
si è scatenato il qualunquismo benpensante di chi vuole l’incoerenza di una Violetta morente in
sovrappeso e non tollera un Alfredo innamorato che taglia le verdure. Chissà se
una scioccante Violetta sul letto con flebo, e non sdraiata per terra, sarebbe stata più coerente e convincente?
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