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Lampada "Moon" di Nathalie Dewez |
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Tappeto "Tokyo" di Pauline Gorelov |
“Vivere in una società di oggetti disonesti non è meno
pericoloso di vivere in una società di persone corrotte” scriveva Henry Van de
Velde in “Pages de doctrine” nel 1929. La frase del designer-architetto-artista belga, a parte
essere di una straordinaria attualità, è anche lo spunto di “The Toolbox”( la
cassetta degli attrezzi), una mostra per i centocinquanta anni della nascita di
Van de Velde. La organizza, durante il Salone del Mobile, Belgium is design, marchio creato nel 2011 che promuove nel
mondo il design delle tre regioni del Belgio, Bruxelles, Fiandre e Vallonia,
diverse per lingua e cultura, ma accomunate da una stessa concezione di
arte-artigianato. E cerca di creare
contatti fra i giovani designer e l’industria con una presentazione al Salone
Satellite. Sia qui, sia in Triennale, con
le creazioni in totale di ben 55 partecipanti tra studi, atélier, aziende e
manifatture, viene messo in evidenza
tutto quello che sta dietro la produzione di un oggetto. L’importanza
quindi del designer ma anche della manualità, dei macchinari, di tutto quello
che fornisce lavoro. Ed è raccontando
come è stato costruito, rivelando il suo legame con il territorio che l’oggetto
diventa trasparente e quindi onesto.
Nella mostra ci saranno scaffalature asimmetriche per raccogliere
oggetti e mobili in fase di costruzione. Mentre
quelli finiti, non tutti di recente fabbricazione, saranno in uno spazio
centrale , una specie di living
room dove il pubblico potrà interagire.
In mezzo a questi, a sorpresa, un’installazione di ferraglia che racconta la
collaborazione fra il designer Xavier
Lust e Ateliers Georis della provincia di Liegi, gli unici capaci di
realizzare superfici piegate e
deformate.
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