Per quante mostre di Giorgio Morandi si abbia visto, e ce ne sono state molte in giro, c’è
sempre da scoprire qualcosa di nuovo nelle sue opere. Un particolare, una sfumatura di colore
assolutamente incredibile, un
tratto, una linea. Un
piccolo vaso di fiori, 10 cm. per 10, può dare un’emozione, che magari non si era
avuta la prima volta che lo si aveva visto. Bottiglie, paesaggi costruiti come forme geometriche, un solo ritratto, un autoritratto. Tutto con una ricerca prospettica
inedita, che lo ha fatto definire da molti critici pittore d’avanguardia e
forse per questo, sempre così interessante. Non è un caso che quadri di Morandi
siano entrati in ambientazioni cinematografiche. Lo si scopre nella mostra al
Museo d’Arte a Lugano, fino al 1° luglio. E non sono solo film italiani. Anzi la prima
apparizione è in una pellicola americana
“Un bacio e una pistola” di Robert Aldrich (1955). Una natura morta con
bottiglie è inquadrata a fianco di Mastroianni in “La Dolce
vita” (1960). L’anno dopo un’altra
è di spalle, sempre a Mastroianni,
in “La Notte” di Antonioni. Una piccola natura morta compare per la prima volta in un film a colori
ed è nelle mani di Tilda Swinton, protagonista di “Io sono
l’amore” di Guadagnino (2010). A confermare ulteriormente l’avanguardia dell’opera di
Morandi, sono esposte anche sculture, pitture, installazioni di artisti
contemporanei “con assonanze e rimandi”. “Senza imporre
degli accostamenti , ma stimolare dei percorsi mentali” ha spiegato Marco
Franciolli, direttore del Museo e
curatore della mostra insieme a Maria Cristina Bandera.
www.giorgiomorandilugano.ch
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