sabato 9 dicembre 2023

SCALA DI VALORI

 

Forse è un’impressione. Sembra che mai come quest’anno si sia parlato e scritto della prima della Scala e se ne continui a parlare. Effetto ritardato del silenzio da pandemia? Volontà di distrarsi da guerre ed eventi drammatici?  Mancanza di gossip significativi? Voglia di cultura? Sicuramente il fatto che l’opera fosse visibile in televisione, sugli schermi cittadini e in vari luoghi della città ha contribuito a popolarizzare l’evento.  Ma anche nel “durante” si è parlato e scritto molto di più e molto oltre che di abiti e di recensioni musicali. 


La composizione degli ospiti nel palco d’onore è stata analizzata da più parti e perfino il grido dal loggione contro il fascismo ha avuto quasi più risonanza dei pomodori e le uova sulle pellicce alla prima della Scala, made in Capanna, del ’68. C’è chi (Aldo Grasso) ha paragonato la prima della Scala a X Factor, perché entrambi generatori di “pagelle” sui giornali: alla Scala il vero spettacolo è in platea (vip, abiti, acconciature) a X Factor lo spettacolo sono le liti tra i giurati. Ma a parte tutto questo ci sono stati momenti ed effetti positivi: dall’avvicinamento dei giovani all’opera con la pre-rappresentazione al porre l’attenzione sul melodramma, forse la forma di spettacolo più tipicamente italiana. Ma anche la presenza di molti turisti. I ricordi di personaggi storici famosi. Verdi in primis per cui è stato organizzato un itinerario-video in 3 D. O ancora piccoli eventi nei musei, nei luoghi storici, nei negozi come l’invito non stop dalle 10 alle 19 del 7 dicembre da De Wan in Via Manzoni. Con il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, presidente del Comitato promotore per le celebrazioni del centenario di Giacomo Puccini, il soprano Mila Shariy che ha cantato arie in tema. E gli inediti foulard in seta con la riproduzione dei dipinti di Roberto De Wan, ispirati alla Turandot. Tra cui quello con lo sfondo del teatro, nella foto.   

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