lunedì 8 luglio 2019

CRONACA DI UNA FUGA



L'avevano portato all'ambulatorio per un controllo, perché da qualche giorno era inappetente, cosa strana per lui. Ma terminata la visita, nonostante la stretta sorveglianza, era riuscito a fuggire. Immediatamente era scattato l'allarme.  Perfino il dottore che l'aveva visitato si era impegnato nella ricerca, sicuro che non avrebbe potuto andare lontano. Avevano rastrellato tutte le strade intorno, sentito i negozianti, intervistato portinai e clienti dei bar.  Eppure, dicevano 
tutti, non avrebbe potuto passare inosservato. Nessuno aveva visto nulla. Sebbene fossero le quattro di pomeriggio d'inverno, ci fosse ancora luce e tanta gente per le strade.  Erano addirittura entrati  in un centro di accoglienza, dove avrebbe potuto rifugiarsi, mescolandosi tra i tanti ospiti. Avevano scrutato l'interno delle macchine  posteggiate, senza nessun  risultato. Trattandosi di un minore, qualcuno aveva ventilato perfino l'ipotesi di un rapimento. A questo punto, dopo aver avvisato e allertato i famigliari, data la giovane età del fuggitivo, avevano deciso di desistere e di riprendere le operazioni di ricerca il giorno appresso con la luce.  La mattina seguente, trascorsa qualche ora in inutili appostamenti,  di comune accordo, avevano pensato a dare il via a un rastrellamento a tappeto con i cani. Anzi con il cane, un intraprendente meticcio con cui il ricercato era in ottimi rapporti, nonostante le origini diversissime e l’appartenenza a bande diverse. Portato in una delle vie più vicine all'ambulatorio, davanti a un grosso fuoristrada, questo si era improvvisamente bloccato e aveva emesso un “Bau”. A cui era seguito immediato un “Miao”. Individuato, seguendo indizi svariati e con l'aiuto degli abitanti del quartiere, il proprietario del veicolo, avevano potuto aprire l’auto e ispezionarla in lungo e in largo. Il gatto, un tigrato rosso di 4 anni, era stato stanato nel motore e, non senza difficoltà, catturato.

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