giovedì 4 luglio 2019

CAVALLI E SEGUGI



Segugi pochi, parafrasando il discusso e audace sottotitolo di un libro di Aldo Busi. In realtà per quanto i cani siano sempre più numerosi, di questa razza non se ne vedono molti in giro. Forse perché è difficile riconoscerli, essendo diversi tra loro. C’è il segugio Posavatz che viene dalla ex Jugoslavia con pochi tratti in comune con il segugio jugoslavo da montagna, a parte il pelo liscio, e ancora di meno con il segugio della Bosnia, più tozzo e con un pelo folto tipo barbone. Il segugio finlandese è alto, mentre il tirolese selezionato per cacciare in Tirolo (l’importanza della specializzazione) può essere alto 30cm. C’è il segugio svizzero, snello e slanciato, che discende dai cani da caccia del Nilo e perfino il segugio lucernese, gran fiutatore e gran arrampicatore, in terreni impervi of course. C’è il segugio italiano muscoloso, di 60cm. al garrese con pelo raso e liscio o forte e ruvido, definito da un autorevole testo “testardo, instancabile, non sa fare altro che il cacciatore”. Il segugio di Hannover ha gambe cortissime e molte rughe sulla fronte, non si sa se per conseguenza. Quanto al segugio della Transilvania è nero, ovviamente, ma con dettagli bianchi o fulvi. Di cavalli a Milano ce ne sono svariati e sono identificabili. I primi sono arrivati con il Fuori Salone in aprile e resteranno in città fino al 30 ottobre. Selezionati da Cristina Morozzi, sono di vari materiali e s’ispirano al cavallo di Leonardo, che il genio non riuscì mai a costruire, ma di cui furono poi realizzate varie versioni come quella che fa bella mostra di sé all’ingresso dell’Ippodromo di S.Siro. Questi sono di dimensioni più ridotte. In Galleria del Corso c’è il cavallo di Antonio Marras, a City Life quello di un altro stilista, Marcelo Burlon. Tra i meglio inseriti nel paesaggio urbano,il cavallo Narciso di Simone Crestani, un unicorno in mezzo al cortile del Filarete all'Università degli Studi. Visibile, sempre da lontano, ma da tutte le angolazioni e con differenti luci (in alto). O il Cavallo alato dello scultografo Daniele Papuli, bianco e azzurro, perfetto e inaspettato nella nuova Piazza Adriano Olivetti (in basso). Dal 31 agosto ne sono attesi altri tre che si aggiungeranno ai dieci esistenti. Uno alla Rotonda della Besana, uno in Piazza Missori e uno, firmato Matteo Cibic, nella Biblioteca degli Alberi, il nuovo parco di Porta Nuova.

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