Non è semplice in uno spettacolo decisamente comico, dove non mancano punte di voluto "becerismo", riuscire a fare critiche azzeccate di "costume e società". Il tutto senza alcuna pretesa, esclusa quella di far ridere. Si sta parlando di La molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore, al Teatro della Cooperativa di Milano fino al 25 maggio. Non può certo dipendere dal fatto che lo spettacolo sia liberamente tratto dalla scena dei comici del Sogno di una notte d’estate di Shakespeare. Ma piuttosto da come è stato rivisitato da Renato Sarti, che ha curato l’adattamento e la regia, oltre a fare un’apparizione in finale.
In scena cinque attrici e un attore, tutti bravissimi e convincenti nella parola e nella gestualità. Interpretano le dipendenti di un’impresa di pulizia dal nome "La Scopata" e il loro capo che vogliono mettere in scena, su un palco parrocchiale, la storia d’amore di Piramo e Tisbe. L’improvvisata regista è la pugliese Rossana Mola, solo apparentemente la più seria e rigorosa, affiancata da Federica Fabiani, emiliana costretta suo malgrado a interpretare la parte di Piramo, nonostante le immense "tette" di cui va fiera. C’è la cubana tutta presa dalla lotta politica, che macina i soliti slogan, interpretata dalla vera cubana Milvys Lopez Homen e la russa, chiamata da tutti Sborona, che vuole sempre ballare ed è la russa Elena Novoselova, ottima ballerina fintamente goffa, a giocarne il ruolo. E poi c’è Marta Marangoni nella parte di Pot-pourri, tipica rappresentante di quel mondo legato ai social, allo yoga e ai vari luoghi comuni del genere. Unico uomo il capo dell’impresa di pulizia, interpretato dall’ivoriano Rufin Doh, che ha tutte le caratteristiche del piccolo imprenditore brianzolo che non paga le tasse, né i contributi ai dipendenti e, ironia della sorte, nonostante le origini è legato alla Lega, di cui ha assorbito in pieno il modo di pensare e di parlare. Tutto completato da una scenografia a effetto, costumi ben studiati e divertenti, musiche in sintonia con canzoni originali, anche di Cochi Ponzoni.
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