Una mostra che racconta un fenomeno culturale di grande impatto. E’ ovvio che Hallyu! L’onda coreana stia avendo successo. Prodotta dal Victoria and Albert Museum di Londra, dopo essere stata al Museum of Fine Arts di Boston e all’Asian Art Museum di San Francisco, è dal 4 aprile fino al 17 agosto al Museo Rietberg di Zurigo. In una villa immersa nel fiabesco Parco Rieter, è uno dei più importanti musei della Svizzera e l’unico che raccoglie l’arte tradizionale e contemporanea di Asia, Africa, America e Oceania. Fa un certo effetto vedere accanto a sculture, dipinti, oggetti per la maggior parte di epoche passate o che parlano di culture lontane, foto, installazioni, video, abiti e oggetti testimonianza di un mondo in evoluzione e proiettato nel futuro.
Raccontano, infatti, la storia del pop coreano che, nato negli anni 90, si è diffuso ed è diventato al centro dell’attenzione mondiale. Il percorso espositivo ha quattro tappe. Nella prima si inquadra il veloce passaggio da paese preindustriale a internet e i social media, la sua simbologia e la sua oggettistica. Tra i protagonisti l’artista PSY con i video su You Tube tra cui Gangnam che nel 2012 ha superato i due miliardi di visualizzazioni. La seconda tappa parla, con foto e spezzoni di film, del cinema che a poco si va affermando, prima solo tra cineteche e cinefili, poi globalmente con Parasite e serie su Netflix. E il ricostruito "squallido bagno" di Parasite diventa un’installazione. Si continua con la musica e il K-pop che conta fans a non finire. In un video enorme compaiono ritratti in movimento di ballerini, improvvisati e non, a cui il visitatore può aggiungersi. L’ultima tappa riguarda la moda e la cosmesi, molto importante quest’ultima dato che la bellezza è profondamente e storicamente radicata nella cultura coreana. L’aspetto fisico curato non è vanità o un piacere ma un dovere morale, perché indicativo del proprio stato sociale e interiore. Particolarmente interessanti i capi esposti dove è evidente lo "styling british", per quel che riguarda il recupero di elementi tradizionali nei tagli e nei tessuti pop e avveniristici. Vari i riferimenti ai cartoons, ma anche ai fiori. Non solo stampati. Come i finti petali inseriti nel bomber unisex del noto brand Munn, fondato dal designer coreano Hyun-min Han, o l’abito a forma di peonia della giovane designer Sohee Park, coreana basata a Londra, molto attenta alla sostenibilità. Dopo Zurigo L’onda coreana finirà la sua "tournée" al National Museum of Australia di Canberra, dal 12 dicembre al 10 maggio 2026.
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