Niente di eccessivo. Nessun momento tragico per accattivarsi il pubblico. Nessuna concessione alla battuta facile, nonostante i dialoghi che potrebbero rasentare il surreale. Tutto è di misura, perfettamente calibrato. Proprio per questo Intorno al vuoto al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano, fino al 18 maggio, non è solo convincente, ma in molti momenti straziante. Scritto da Benedetta Nicoletti e diretto da Giampiero Rappa, lo spettacolo parla di Alzheimer attraverso la vicenda di una famiglia. In scena una madre, un padre, una figlia. Interpretati da Paola Giorgi, direttore artistico di Bottega Teatro Marche che ha prodotto Intorno al vuoto e ideatrice del progetto, Gianluigi Fogacci e Fabiana Pesci.
Carol, la madre, stimata docente di psicologia è malata di Alzheimer, il mondo intorno a lei è sempre più sfuocato, c’è solo un vago ricordo di quello che era il suo atteggiamento nei confronti della figlia Liz. Ma mentre Liz tenta inutilmente di coinvolgere la madre, parlandole delle sue scelte lavorative, il marito Paul, noto ricercatore, è rassegnato. Non ha alcuna speranza. Vuole solo cercare di vivere una vita normale, forse anche per non distruggere il ricordo di un amore e di un’unione felice. E in questo quadro famigliare è raccontata la drammaticità cruda dell’Alzheimer che più di qualsiasi altra malattia coinvolge tutti in un enorme vuoto. Rende le persone così diverse da farle scomparire e non lascia vie di uscita. Ottima la recitazione, notevole la scenografia fatta di pareti di vetro da cui escono e entrano gli attori o dietro cui passano le loro ombre. Una possibile metafora del vuoto.
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