Chissà se avrebbe lo stesso impatto la mostra EPTA-SETTE in uno spazio meno “empatico” della romanica Basilica di S.Celso a Milano. Le opere, nove di sette artisti, sette (in greco e in italiano) come il titolo della rassegna, hanno sicuramente una forza espressiva, ma utilizzando linguaggi non certo tradizionali vengono esaltate dal contrasto con il contesto.
Sono, infatti, tutte forme d’arte che dialogano con il digitale. Gli autori sono stati scelti da Isorropia Homegallery in occasione dell’Art Rights Prize. Si va dalla pittura alla fotografia, dai video ai NFT, ma tutte le opere hanno in comune gli elementi della nascita di un’opera d’arte contemporanea. Sono linea, forma, dimensione, spazio, consistenza, valore, colore. Sette, appunto, come il titolo. Ecco la linea che in Transverse di Christine Kettanek diventa forma, dimensione e spazio. Colore e luce sono i punti forti di Paolo Treni. Nelle sue tre opere gioca con gli effetti e i riflessi della luce, passando dal bidimensionale al tridimensionale. Meno esplicito l’Unboxing di Alex Frost, con immagini ipnotiche che partono da una critica del consumismo. Salma Eltounkhy propone le sue poesie visive con le lettere che escono da un diario ipotetico. Federica Cogo gioca con le forme, geometriche soprattutto, e allega all’opera una specie di bugiardino da medicinali, per una migliore comprensione. Marjan Moghaddam in Gaia of metaverse, guarda alle forme del corpo, ai colori esasperati, tutto in 3D. Federica Belli cerca la relazione tra la figura femminile e la natura, attraverso i colori. La mostra apre oggi nella Basilica di S.Celso in Corso Italia 37 e chiude il 3 febbraio. Con orari mercoledì e sabato dalle 16 alle 19, domenica dalle 11 alle 13.
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