Davvero uno spettacolo straordinario Fontana Project della compagnia Nogravity in scena ieri, oggi e domani al Teatro Filippo Perego-Menotti di Milano. Poco meno di mezz’ora di grandi emozioni, stupore, empatia, entusiasmo, perfino suspence e arte. Difficili da raccontare. Come dice il titolo, tutto parte dai Tagli di Lucio Fontana, in cui si inseriscono la luce e il colore di Umberto Boccioni.
“Il mio lavoro è riaprire il taglio, rimettere in moto le cose seguendo un tempo…” scrive Emiliano Pellisari,autore e performer insieme alla prima ballerina Mariana Porceddu, con cui forma una coppia nella vita e artistica. Ed ecco in scena riflessa sulle quinte, attraverso un grande specchio, l’esile figura di Mariana che entra ed esce da dei lunghi teli, fino a confondersi con questi. Ci si annoda, scompare, li muove, li riempie di vita. Come un tessitore Emiliano sorveglia e coordina i movimenti. E’ vestito di nero con berretto, come una divisa, ma la sua figura non ha rilievo. Lei è il movimento, nuda con uno slip nell’Opera Grammaticale n°1 (in basso), in tuta nell’Opera Grammaticale n°2 (in alto). Si chiamano così le due parti di questa performance danzante. Sono solo grammatica rispetto all’opera d’arte, funzionali, proprio come le parole in una poesia. Nella prima i teli sono tinta crema, nella seconda rosa, per i giochi di luce di Marco Visone, il terzo della compagnia Nogravity, che cura anche i suoni, incredibili, perfetti per intonarsi ai movimenti. Sono brani anche famosi ma trasformati e irriconoscibili nel sapiente mixaggio, curato anche dalla stessa Mariana.
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