C’era da aspettarselo. Dopo che
per tre mesi si è scritto e dissertato su validità delle mascherine, utilità,
dove reperirle, chi le fabbrica, chi le
ha regalate, chi ne ha comprate in quantità ingente per distribuirle, chi,
sciacallo-style, ci ha lucrato sopra con sporchi giri, eccetera. Ora mentre le
istituzioni discutono se e quando renderne obbligatorio l’uso all’aperto, la
mascherina è assurta tra gli
accessori, con tutto quello che ne consegue. Per le strade è sempre più raro
vedere quelle chirurgiche, o bianche e azzurre da farmacia. I negozi le
espongono colorate, etniche, con stampe e paillettes (Stile). Il Corriere della Sera le
ha regalate tricolore ai suoi lettori. Tra chi le produce c’è chi punta alla
praticità come Kyoko Tsuchihashi giapponese, da molti anni in Italia, che le dota di custodia coordinata (foto a destra). Per evitare
goffi ripiegamenti intorno al collo o imbarazzanti pendagli appesi agli
occhiali. Sono in Shima-Shima, robusto cotone usato per i hakama (i pantaloni dei Samurai) e per gli obi dei kimono. Melania Fumiko, anche lei giapponese trapiantata,
ne presenta due modelli, uno con elastici alle orecchie, l’altro alla nuca tipo
bandana. Made in Italy al 100% sono in diverse fantasie nipponiche e con una durata di venti lavaggi. In tessuto
traspirante e sottilissimo quelle di Wolford, il guru dell’intimo. Decisamente
pop le mascherine Toiletpaper, prodotte da Seletti Design, opera di Maurizio Cattelan
e del fotografo Pierpaolo Ferrari(foto in alto). Costano 12,80 euro di cui 2 euro devoluti
alla Fondazione dell’Associazione italiana di Sclerosi multipla. Borchie,
strass fosforescenti, pattern tropicali e animalier per le mascherine Angelo
Marani che la stilista Giulia Marani ha creato pensando al cinema e alle sue
star(foto in basso). E per chi ha problemi di outfit, Etici, azienda del
distretto di Carpi, inventa mascherine coordinate all’abito. L’interno è in
polipropilene ad alte prestazioni e riciclabile, l’esterno in cotone trattato
per garantire resistenza all’acqua e ai batteri. Peculiare l’abbinamento
mascherine-calzini di Oybo. In realtà le mascherine sono in omaggio per chi
compra due paia di calzini, ma in Italia sono vendute anche singolarmente.
Stampe svariate e accattivanti per quelle in seta e cotone di Momonì,
realizzate con le sete recuperate di archivio, e quindi in odore di riciclo e sostenibilità.
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