Milano è piena di luoghi
inaspettati. Con il recupero di aree ex industriali se ne scopre sempre di
nuovi, piacevoli sorprese in un momento di uscite caute dopo il lockdown. In via Ripamonti, all’altezza
della Fondazione Prada, un’anonima traversa porta a un cul de sac. Percorrendolo fino in fondo ci si rende conto che
finisce su un boschetto che costeggia la Roggia Vettabbia, progettata da
Leonardo. Poco prima c’è un portoncino, lo si nota perché è affiancato da due
piante. Siamo da Mari&cò. Si può
passare da un piccolo, godibilissimo giardino, verde e frondoso, oppure
salire qualche gradino ed entrare direttamente all’interno. Un grande loft con vetrate, che lascia
immaginare il vissuto di officina
meccanica, perché la ricerca dell’arredo, dei tessuti, dei colori, dei
dettagli, per quanto sofisticata e colta,
non soffre di contaminazioni forzate. Dietro, il buon gusto e l‘attenzione agli
equilibri di Marinella Rossi, discendente da una famiglia di chef. Qui lei
organizza catering speciali preferiti dal mondo dell’arte, del design, della
moda. Il perché lo si capisce dal mix di oggetti e mobili diffusi negli
stanzoni. Qua e là opere di giovani artisti emergenti, scaffalature zeppe di
cestini, in una stanza con lampadario a gocce le grucce del guardaroba diventano
un’installazione. Nelle toilettes
sopra a piccoli lavabi splende una sequenza di specchi con cornici barocche.
Gruppi di poltrone comode si alternano a spazi vuoti che negli eventi accolgono
tavole con un’apparecchiatura lussuosa, ma mai convenzionale. Ora con le giuste
distanze. Chiuso per l’emergenza Covid, Mari&cò ha riaperto con una cena placée. Ma a cucinare nelle attrezzate
cucine, questa volta, il napoletano Roberto Di Pinto, chef di Sine di Milano,
primo ristorante gastrocratico. Una
parola dal suono faticoso, da lui
coniata, che mette insieme gastronomia, scienza base della cucina, e kratos, potere in greco: potere di
seguire la tradizione, ma liberati dai preconcetti per andare incontro alle
esigenze dei clienti. Ed ecco piatti
capisaldi della cucina partenopea con interferenze milanesi e viceversa, come
l’ottimo risotto Milano/Napoli con zafferano e frutti di mare. Insalate che
diventano liquide e si amalgamano con ghiaccio e cioccolato, eccetera. Tutto
accompagnato da vini scelti con cognizione e passione. La cena Sine è stato il
primo di una serie di incontri inventati da Marinella per far conoscere la
cucina di giovani e brillanti chef di tutta Italia (Foto di Paolo Rinaldi).
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