Niente di più facile far ridere prendendo una
tragedia greca e trasferendola in epoca contemporanea. La risata, un po’ sguaiata,
è assicurata. Ma non è questo che aveva
in mente Claudio Gaj quando ha scritto Un
amore di Fedra. Capita che si rida, certo,
ma non è la risata crassa. Si ride per le allusioni sottili e le citazioni a
sorpresa senza sfoggio. In realtà la tragedia di Euripide è solo uno spunto per
prendere di mira una serie di luoghi comuni della società contemporanea. In
scena con la regia dello stesso autore, Delia Rimoldi che interpreta una Fedra
ben lontana dalla seduttività del personaggio classico, Jacopo Veronese un
convincente nuovo Teseo pieno di incertezze, Barbara Mattavelli nel ruolo di Afrodite, conduttrice TV sempre sopra le righe e lo stesso Claudio Gaj nei panni di
Ippolito. La scenografia è solo accennata, ma sufficiente per mostrare l’azione
che si sviluppa su due piani. In uno c’è il nucleo famigliare con Fedra,
casalinga insoddisfatta, il marito Teseo, alcolizzato, sindaco per volere della
madre, e il figlio Ippolito teenager tipo, con felpa e cappuccio, jeans
stracciati, linguaggio gergale infarcito di parolacce, che non tollera la
matrigna. Bastano due maschere e due sgabelli perché il palcoscenico diventi un
talk show televisivo condotto dalla
procace Afrodite. Il tema è la coppia, sono Oreste e la sorella Elettra, Edipo
e la madre Giocasta e naturalmente Fedra e Teseo. Le interruzioni sono
continue, ma senza conseguenze, tranne per Fedra e Teseo dove si riprende la
tragedia greca che viene rielaborata
come fatto di cronaca nera, e raccontata con il solito linguaggio stereotipato.
Dalle testimonianze dei vicini, ai commenti sui personaggi sempre persone perbene che non avevano problemi economici ecc.
Fedra è allo Spazio teatrale DiLà di Milano per le
repliche il 24 e 25 novembre.www.spaziodila.it
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