mercoledì 14 marzo 2018

EVVIVA MADDALENA...


Che dire di uno spettacolo in cui sulla scena hai quattro musicisti (contrabbasso, flauto e ottavino, chitarra, fisarmonica) e una sola attrice, che togliendosi ora la giacca ora i pantaloni di un serio completo nero, ora  avvolgendosi in un boa rosso, ti porta in mezzo a feste da ballo con walzer, cabaret parigini, padiglioni nel parco con intrighi, salotti appartati, ambasciatori. Ti fa rivivere una storia d’amore e di corteggiamenti. Perché questo è l’Allegra Vedova con la regia di Bruno Stori e l’interpretazione straordinaria di Maddalena Crippa. Le musiche sono le originali di La vedova allegra di Franz Lehar con arrangiamenti di Giacomo Scaramuzza, mentre il testo dell’operetta di Victor Leon e Leo Stein è stato rielaborato da Bruno Stori e dalla stessa Crippa. Che ora è voce narrante con un marcato accento francese, ora Anna Giavari la vedova, con vocina  squillante e  un fare malizioso e intrigante, ora il principe Danilo con i suoi toni bassi e l’inflessione del fantomatico staterello di Pontevedro, forse dell’est, da cui proviene anche Anna, ora una procace grisette. Nonostante i diversi ruoli, anche in contrasto, concentrati in una sola persona, non si arriva mai al grottesco, niente è esasperato, anzi curiosamente i personaggi  nei gesti e nei modi di muoversi, di ballare, di cantare sono ben definiti e abbastanza credibili  da fare  entrare nella storia e appassionare. Qualche merito va all’operetta scelta che, più che centenaria (è andata in scena  per la prima volta il 30 dicembre 1905) continua a essere l’opera musicale più rappresentata nel mondo. Molto certamente alla regia e all’accompagnamento musicale, ma moltissimo a Maddalena Crippa, perfetta attrice, elegante ballerina, ottima cantante. Tanto da non riuscire a immaginare nessun altro al suo posto. E in questo assolo da mostro teatrale sorprende l’incredibile capacità di emanare simpatia nel relazionarsi con il pubblico. L’allegra vedova è al Teatro Menotti di Milano fino al 18 marzo. 

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