E’ la mostra che tutti si
aspettavano. Non è eccessivo dirlo. Dal Victoria & Albert Museum di Londra
arriva alla Fabbrica del Vapore di
Milano Revolution. Musica e ribelli
1966-1970. Dai Beatles a Woodstock. Un titolo che, anche se lungo, non riesce
a dare l’idea di tutto quello che si vede: la storia dei quattro anni più
intensi dell’ultimo secolo. Una serie di avvenimenti che hanno rivoluzionato il
modo di vivere, di amare, di pensare. Con tale forza che, per chi li ha vissuti,
il mondo ora appare fermo, senza ideali
e pericolosamente senza futuro. Prova il pubblico motivato ed entusiasta dell’inaugurazione.
Con il Sindaco Sala (foto in alto)
e la meglio intellighenzia, molti giovani che si
mescolavano a ex sessantottini, ex fricchettoni, belle donne dai capelli bianchi.
Promossa e coprodotta dal Comune di Milano, Fabbrica del Vapore, Gruppo Mondomostre
Skira, la mostra è curata, oltre che da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del
V&A, da Fran Tomasi, organizzatore di concerti, Clara Tosi Pamphili, giornalista
e storica della moda e dal critico musicale Alberto Tonti. Movimentato e pieno di
sorprese il percorso, da seguire per un maggiore coinvolgimento con l’audio-guida creata da Sennheiser,
partner tecnico dell’esposizione. In apertura maxi pannelli con le foto dei
titoli più emblematici dei giornali dell’epoca. In una Carnaby
Street-scenografia vetrine con gli abiti del momento e ritratti delle modelle
storiche da Twiggy a Jean Shrimpton. Grande spazio ai Beatles. Dalle foto firmate Avedon e ritoccate nello stile
Warhol ai loro incredibili costumi a un maxi pop up della copertina di Sgt.Pepper(foto in basso). Molti
ricordi, spunti, foto del periodo della fascinazione per l’India e le droghe. E
poi le copertine degli LP, loro e dei competitors Rolling Stones e Who. Molte immagini
del ‘68, con la famosa ragazza nella
manifestazione di Parigi, dove tutto iniziò. Numerosi i manifesti, le scritte,
i documenti sulle guerre, il Vietnam, gli eroi e la politica
criminale. In una sala con moquette-erba un maxischermo fa rivivere Woodstock (foto al centro). Un’altra è dedicata a Blow up di Antonioni, forse il film più cult e che meglio
rappresenta quegli anni. Il percorso si chiude con grandi teli con le parole di
Imagine e le note della canzone di
sottofondo. La mostra termina il 4
aprile.
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