Il 2018 è importante,
segna i cinquant'anni del Sessantotto, momento storico che ha rivoluzionato il
mondo e non solo quello dei giovani e degli studenti, anche se molto è nato da
loro. Dappertutto si sta prendendo la
rincorsa con mostre, spettacoli, eventi.
Da Revolution, prima al Victoria
& Albert Museum di Londra ora a Milano alla Fabbrica del Vapore, dove un'altra mostra
racconta l'eroe Che Guevara, alle rassegne di fotografia già disseminate per la
penisola o in programmazione. Sarebbe bello che questa non fosse solo una
celebrazione per un' operazione nostalgia sterile. Anzi dannosa, capace
di generare confronti, denigranti per i nostri tempi. Anche dalla moda, coinvolta
allora con conquiste basilari, ci si aspetta qualcosa. Che vada al di la' della
solita T-shirt con scritte. Verità assolute certo e sempre valide, ma che dopo
tanti anni risultano fotocopie sbiadite e un po' patetiche. Per questo è
doppiamente apprezzabile l'iniziativa di White, il salone di Milano in contemporanea
alla Fashion Week. Innovativo fino dagli esordi, per l'edizione di
gennaio propone un teaser event dedicato all'Athleisure. Che, continuando con
l'inglese, perché parola intraducibile, mette insieme lo sportswear & lo
streetwear (nelle foto due esempi, Adam Katz in alto e C-Clique in basso). Cioé quel modo di
vestire confortevole che utilizza capi tecnici dello sport, ma riveduti
secondo le tendenze correnti. Un tipo di abbigliamento che sembra, almeno dalle
foto, piacere sempre di più ad attrici e
celebrities, le stesse riprese normalmente in sontuosi abiti lunghi sui red carpet. Non sarà una tradizionale esposizione di capi, ma un'installazione multimediale che metterà insieme i vari brand. Ci saranno mostre in tema, concerti,
dibattiti. Curato da Alfredo Canducci, è un format che, in linea con i tempi, utilizza il digitale e l'interazione. E non solo per gli acquisti. E, cosa ancora più interessante questa area sarà aperta al pubblico e con ingresso gratuito, se si prenota qualche giorno prima on line, con un biglietto per i ritardatari. Un modo per attirare quel pubblico giovane che per definizione è fruitore e ispiratore di questo stile.
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