SPLENDORI E MISERIE DEL CALZINO
C’è gente che solo a sentirlo nominare ha un moto
di irritazione mista a orrore, come davanti a uno scarafaggio o a un serpente, o
al più classico topo. Altri restano completamente indifferenti, non
comprendendo neanche il perché del diminutivo. Nessuno dei due in questo
momento segue le tendenze. I primi sono rimasti indietro, i secondi potrebbero sembrare di
tendenza ma in realtà la loro è
inconsapevolezza. Sì, perché il calzino, questo piccolo, minuscolo,
apparentemente insignificante accessorio del guardaroba nell’ultimo secolo ha subito alterne
vicissitudini passando da pezzo pratico,
indispensabile e soprattutto non sostituibile a orribile oggetto, accento e
firma di ineleganza. Negli anni Trenta e soprattutto nell’oscuro momento
dell’autarchia rappresentava per le donne l’unico tipo di calza da indossare
con la famosa scarpa autarchica a suola alta, in alternativa alla verniciatura della gamba.
Come racconta nel suo documentatissimo libro Sofia Gnoli (Eleganza fascista-La moda dagli anni Venti alla fine della guerra,
Carocci Editore). Poi scomparso nel guardaroba femminile per chi aveva più di
12 anni, era portato solo da qualche incauto uomo, marchiandolo negativamente a vita. Ora è tornato di moda per le signore. E sono le
sfilate a decretarlo. Prima con
sporadiche apparizioni, abbinato a sandali con plateau, nelle passerelle
degli stilisti e soprattutto delle stiliste più pronte all’anticipazione. Ora
si è diffuso e si vede sempre di più nelle
collezioni, nelle riviste e anche per le strade. C’è chi come Veronique
Branquinho manda in passerella a Parigi per l’estate le sue modelle tutte
volant con specie di calze ghette e scarpe alla bebé. Norma Kamali a New York
per l’inverno completa le mise sexy e fascianti nei punti giusti con
scarpe plateau a tacco altissimo e
calzino nero o grigio (in alto a destra). Burberry a Londra alle sue ragazze sweet and rough, per l’inverno prossimo fa indossare calzini neri e
decollété con tacco a stiletto (in alto a sinistra). E naturalmente i brand di calze si adeguano.
Pierre Mantoux, preferito sulle passerelle, nella prima collezione Velia
propone calzini colorati con nomi di fiori,la passione della fondatrice.
Elementi geometrici sono invece il filo conduttore per questa estate(foto in basso).
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