martedì 9 maggio 2017

DEMIURGICO DENIM


La notizia sarebbe che il denim è scomparso e i jeans non sono più di moda. In tutte le stagioni, la tela Genova o di Nimes continua a essere presente nelle vetrine e sulle passerelle. Sotto forma di pantaloni e come capo spalla, nell’accessorio e nell’arredamento, nelle carrozzine dei neonati e negli interni delle auto. Dai 2 ai 92 anni, uomini e donne, tutti portano i jeans.  Con la collana di perle o con il piercing. In estate con T-shirt o camicia d’autore, in inverno con pelliccia o con piumino.  Sono in tutte le variazioni di blu, dal più intenso allo scolorito che sembra bianco.  Sono aderentissimi e dipinti addosso come legging o enormi, a cavallo 
                      basso e clowneschi. A zampa d’elefante e magari vita alta remember Seventy  o a vita bassissima e a sigaretta, che più a sigaretta non potrebbero essere. Morbidi e stropicciati o rigidi con  alti risvolti come quelli dei cow boy. Ci sono i jeans sfilacciati 
                    e quelli stracciati, quelli con dettagli in argento, e quelli tempestati di paillettes o  pluriborchiati. Sono in vari colori o con stampe. Ci sono quelli nuovi e dall’aspetto usato, e quelli che l’aspetto usato ce l’hanno perché sono stati troppo usati veramente. Sono una divisa eppure non se ne trovano due paia uguali.  Camaleonteschi, si adattano a chi li porta prendendone la personalità. Oggi ai millennials farebbe sorridere un servizio fotografico come quello pubblicato da Vogue Italia negli anni Settanta in cui l’universalità del jeans, che in realtà in Italia non c’era ancora, veniva raccontata attraverso ritratti di personaggi con i jeans, tra cui l’avvocato Agnelli, capace di essere  modello di eleganza anche con quel capo alternativo. Ora i jeans come il denim sono diventati per le aziende italiane una palestra dove esercitare creatività e artigianalità. Ed ecco i denim con colorazioni particolari (tintoria Bonotto foto al centro), con stampe inedite (Stamperia Toscana).  Ecco invece nell’abbigliamento chi il denim lo accosta alla pelliccia con pregevoli lavori di intarsio come Simonetta Ravizza nei suoi giubbotti al visone (foto in alto) e chi come Testoni studia un denim  particolare per sneaker e zaino eco-sostenibili (foto in basso). E’ un tessuto bio a tintura indaco naturale, da accostare alla pelle a concia vegetale e alla gomma rigenerata per la suola delle  scarpe, e ai piccoli accessori, come fibbie e zip per lo zaino, nikel free.  

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