lunedì 3 aprile 2017

SINDROME DI STENDHAL...O NO?



Se qualcuno pensa che l’opera d’arte debba emozionare al primo impatto e non ha bisogno di spiegazioni preliminari, Atlas 1 non fa per lui.  Alla Fondazione Prada di Milano fino al 16 aprile, è la prima di una serie di mostre che vogliono evidenziare le possibili mappature di una collezione d’arte. Questa si focalizza sugli anni Novanta. Da vedere le installazioni di sette noti artisti, che puntano su una progettazione  tecnologica, dove la materia è determinante. Per quanto possa intrigare
un materasso arancione appoggiato al muro, difficile che procuri la sindrome di Stendhal. E’ fondamentale quindi leggere che l’autrice Rachel Whiteread  crea lavori ispirati a oggetti comuni. E un materasso in gomma con tracce di usura può raccontare un passato a chi lo vuole percepire. L’attenzione al quotidiano  e ai  materiali più in uso è in Nobody di Tom Friedman: una figura umana a grandezza naturale di schiena, sola in una stanza e contro il muro. Vale la pena avvicinarsi per scoprire che il site specific, realizzato per la personale dell’artista  alla vecchia Fondazione Prada nel 2002, è in cartoncino colorato, dai capelli alle scarpe(in alto). Da vedere da vicino anche l’opera di John Bock con uno stand con 72 abiti apparentemente solo vistosi e colorati, in realtà con strane protuberanze. Come surreale è l’interno della tenda costruita con pannelli di tessuto(al centro).Gioca sulla trasformazione della materia Marc Quinn con una testa mozzata(un autoritratto)infissa su un bastone  e coperta da una colata di vernice colorata. Impossibile restare indifferenti(in basso). Un tappeto di biglie di vetro è l’installazione  con cui Mona Hatoum affronta il tema della precarietà dell’individuo. La mortalità infantile è da vedere dietro il lavoro di Casten Holler:  una   spina elettrica e tante caramelle intorno, capaci di attirare un bambino nel pericolo. Più comprensibile e didascalico, forse, il mobilio per vivere il quotidiano con facilità di Andrea Zittel: cubi in legno, uno  con dentro  un letto, un altro con  cucina e servizi di tavola, e un altro ancora con quello che serve per la toilette personale.    

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