domenica 18 dicembre 2016

CHE CIELO SOPRA BERLINO...


Non capita spesso di venire a conoscenza di fatti storici che si ignoravano totalmente. E stupisce anche di più se questo avviene a teatro durante uno spettacolo che scorre piacevole per due ore.   Nonostante sulla scena ci sia un 
                unico attore parlante, Federico Buffa,ben supportato dalle musiche dell’ottimo pianista Alessandro Nidi, dell’eccellente fisarmonica di Nadio Marenco e dalla voce trascinante e suadente di Cecilia Gragnani. Succede in Le Olimpiadi del 1936 prodotto da Tieffe Teatro e scritto da Federico Buffa, Paolo Frusca, Jvan Sica ed Emilio Russo, che ne cura la regia con Caterina Spadaro. Il carismatico Buffa interpreta Wolgang Furstner, il comandante, poi degradato, del villaggio olimpico durante  le Olimpiadi di Berlino nel 1936. E’ da lui che si viene a sapere dei retroscena e del completo insuccesso di quello che per Hitler avrebbe dovuto essere la dimostrazione e il riconoscimento della superiorità fisica della razza ariana . Una realtà mal accettata dal Fuhrer e dal deus ex machina Goebbels, ma  superdocumentata nelle foto e nei video di Leni Riefenstahl, la femme fatale che avrebbe dovuto essere uno dei cantori del nazismo. Nel monologo Furstner-Buffa racconta l’imbarazzo e il grande disappunto di Hitler nel vedere i primi tre ori assegnati a tre atleti neri, anzi negri, tra cui il mitico eroe dell’Alabama Jesse Owens. Da lui si scopre che il campione maratoneta che gareggia per il Giappone, prezioso alleato dei tedeschi, è il coreano  Sohn  Kee-chung. Nel filmato della premiazione lo si vede sul podio a testa bassa che copre con una piccola pianta il sol levante della sua maglia. Dovrà aspettare ben 52 anni e le Olimpiadi di Seul per rivendicare al suo paese quella medaglia. Sullo sfondo storie di grandi,sincere amicizie tra atleti e allenatori, durate nel tempo e nonostante le distanze, ma anche di meschinità, di goffaggini, di orribili ingiustizie. Come il ritorno del pluripremiato Owens negli Stati Uniti che, malgrado le tre medaglie nella borsa, per la pelle nera è respinto da tutti i grand hotel di New York e accettato solo da uno che lo obbliga però a passare per le scale di servizio. Situazioni che sembrano legate a un passato lontanissimo, e che invece per quell’omone ridicolo e senza stile potrebbero tornare d’attualità. Lo spettacolo dopo una tournée di successo è a Milano al Teatro Menotti fino al 22 dicembre, per riprendere il 4 febbraio a Rimini e proseguire in una ventina di località fino al 31 marzo.

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