Si sono visti diversi cappelli nelle prime file
delle sfilate milanesi e anche di dimensioni ragguardevoli. Due le considerazioni
immediate. Si sono perse le regole di
bon ton che bocciavano i copricapi ingombranti a teatro o cinema
e i cappelli stanno tornando di moda. Tutte e due espressioni di tendenza. Se la prima suona negativa e sottolinea un
processo, ohimé, inarrestabile, la seconda piace e fa pensare a un futuro di
eleganza. Confermata dalla frase di un
anonimo, non si sa bene di quale epoca: “Il cappello, un luogo simbolico,
complesso, in grado di far uscire dall’anonimato un volto, uno sguardo,
un’anima”. Non a caso è stato scelto per l’ home page dall’Antica Manifattura
Cappelli di Roma. La storia di quello che è considerato il più antico
laboratorio di cappelli della città inizia nel 1936, ma è grazie alla
determinazione di Patrizia Fabri che lo rileva, dandogli anche il nome nel
2003, che rinasce e si fa conoscere. L’ultimo passo è
stato l’apertura e l’inaugurazione lo scorso martedì di una boutique in Via
dell’Oca, considerato il nuovo indirizzo cool della capitale. A due passi da
Piazza del Popolo e dell’ Hotel Locarno, piccolo albergo di charme. Svariati i
modelli proposti: da quelli più classici, ma sempre con un dettaglio
innovativo, alle varianti sui classici, molto apprezzate dalle signore del
cinema, come la pamela in maculato (v.foto), fino a quelli più eccentrici per fashion
victim e modaiole. Tutti pezzi unici realizzati a mano secondo la tradizione.
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