martedì 27 ottobre 2015

LA BARBIE E' CULTURA?


O meglio è interculturale, perché è riuscita ad abbattere ogni frontiera “linguistica, culturale, sociale, antropologica”. E’ quello che sostiene Massimiliano Capella, il curatore  di Barbie the icon  una delle tre mostre (dal 28 ottobre al 13 marzo 2016) scelte per inaugurare il Mudec, Museo delle Culture di Milano. Con l’allestimento di Peter Bottazzi, racconta la storia di una bambola che in 56 anni di vita ha viaggiato per tutto il mondo,
                    diventando anche rappresentativa, con le sue  mises, di 50 nazionalità. Eccola quindi oltre che in quelle folkloristiche, in total look firmati dai più grandi stilisti  o in varie divise come le 15 che hanno indossato le hostess dell’Alitalia negli ultimi 60 anni.  In lunghi da sera stile red carpet e in abiti da sposa, anche se una delle tante scritte pseudo–ironiche all’ingresso spiega che Barbara Millicent Robert, questo è il suo vero nome, non si è mai sposata. Nonostante la lunga amicizia  con Ken, presente insieme alla sorellina Skipper. Trasformista eccezionale la Barbie diventa bruna, cambia make up alla fine dei Sessanta per adeguarsi alle top model Twiggy e Jean Shrimpton, è abbronzatissima in costume da bagno nel modello Malibù 1971, prende i tratti di Farrah Fawcett nel 1977, ha la pella nera nel modello Black 1980.  Ma è anche celebrity  e personaggio storico.  Da piccolo clone di Cleopatra e di Caterina De Medici a miniatura di Grace Kelly in abito da sposa, di Marilyn più che mai vamp e di Audrey Hepburn versione Colazione da Tiffany. Da vedere anche la casa dell’adorata bambola, i suoi mezzi di trasporto, la sua cucina, ma anche tavolini e poltroncine rosa per bambine barbizzate. Per saperne di più telefoni, ovviamente rosa, sono appesi alle pareti delle sale. Mentre nella boutique centinaia di gadget ispirati a lei riempiono scaffali e banchi. Per un consumismo multiculturale.

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