giovedì 29 gennaio 2015

TERME E DINTORNI




Arrivando a Chianciano in inverno si ha difficoltà a  pensare che qui Federico Fellini ha girato “Otto e 1/2” e che Luigi Pirandello, estimatore del luogo, ci ha ambientato due racconti. La valle di Chiana certo ha la  dolcezza delle colline senesi, ma l’edilizia anni Cinquanta e Sessanta  riesce a imporsi con la sua sgradevolezza. Accentuata nel fuori stagione da quell’aria di abbandono dei grandi alberghi, che non ha niente a che vedere con la fascinosa fatiscenza dei letterari luoghi termali.  Può essere però il momento giusto per apprezzare il vecchio borgo, non certo tra i migliori della Toscana, ma con un’impronta precisa e attraente. E’bello arrivarci a piedi e salire per la strada carrozzabile o per le strette scalinate, con scorci da cartolina. In cima, la vista accanto all’antica torre dell’orologio e oltre i tetti, è davvero a perdita d’occhio. Non circolano macchine, ma è anche raro trovare  passanti. I pochi negozi non hanno nulla da spartire  con i negozi della zona termale, copia conforme di quelli di qualsiasi città o località  modaiola . C’è la piazza del municipio, leggermente in discesa, con una cappella, una fontana e due tenere panchine. Da qui proseguendo tra le case in mattone rosso si arriva alla chiesa dell’Immacolata. Dietro a questa, una deliziosa piazzetta dove il paese finisce.
E’ un po’ a malincuore che si abbandona quella scenografia  teatrale, per ritornare nella “civiltà del benessere”. Anche se un bagno alle terme ha sempre la sua attrattiva. Come cantava Orazio, consigliando le cure dell’acqua all’Imperatore Augusto.

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