lunedì 26 gennaio 2015

NUTRIRSI D'ARTE

Emilio Longoni
 Mel Ramos
Jacopo Chimenti

Una mostra sul cibo nell’arte non è un’idea così originale. E in questo periodo di Expo sul nutrire il pianeta, ne vedremo svariate. Se poi l’argomento è affrontato da un punto di vista cronologico, la sorpresa scompare quasi totalmente.  Così  dal titolo “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”,  l’esposizione  (dal 24 gennaio al 14 giugno) a Palazzo Martinengo di Brescia potrebbe apparire un po’banale.  E invece, si è piacevolmente sorpresi. E non solo per i magnifici soffitti della seicentesca  sede.  Le cento opere, per la maggior parte  dal Barocco al Rococò, sono  raggruppate in stanze, secondo temi “alimentari”. Non a caso il curatore Davide Dotti si è avvalso della collaborazione di alcuni dei più rinomati dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane, che hanno analizzato in maniera scientifica  le tavole imbandite e le dispense delle tele per attingerne informazioni sui cibi e il gusto nelle diverse epoche. Da “Mercati dispense e cucine” a “La frutta”. Da “La verdura” a “Pesci e crostacei”. Da “Selvaggina da pelo e penna” a “Carne salumi e formaggi”. Da “Dolci vino e liquori” a “Tavole imbandite”. Escono da questa catalogazione la prima sala “L’allegoria dei cinque sensi” e l’ultima “Il cibo nell’arte del XX secolo”. Qui si va dal tavolo con angurie del divisionista Emilio Longoni alla natura morta di De Chirico, a quella sfumata  di Magritte , da una scena di macello di Guttuso   alle “michette” di Piero Manzoni, dalla banana di Mel Ramos    alle zuppe Campbell e all’Ultima Cena di Andy Warhol, a dipinti di De Pisis, Lichtenstein, Fontana. A completare l’ultima sala l’ interessante installazione Piramide Alimentare realizzata per l’occasione, da Paola Nizzoli Desiderato, che da vent’anni sperimenta nuove tecniche artistiche. Notevoli anche le ceramiche iperrealiste e trash di Bertozzi & Casoni, sparse per le varie sale, secondo il tema. Tra le curiosità, una scultura, forse l’unica mai realizzata, di scuola arcimboldesca in gesso, a grandezza umana, esposta per la prima volta, in un passaggio fra una sala e l’altra. 

Nessun commento:

Posta un commento