Mettere insieme tradizione e contemporaneità è una chiave
creativa interessante. E’ un incontro che promette originalità e nello
stesso tempo evoca. Ma la ricetta per arrivarci non è facile. Soprattutto in un
settore come la moda dove i fattori funzionalità, vestibilità e quindi commerciabilità sono di rilevanza
primaria. Un conto è l’etnico, dove si prendono tali e quali certi pezzi, un
conto interpretare degli spunti. Il sesto festival della moda russa a Milano, dal 13 al 15 novembre, è uno dei palcoscenici
di questa “ricerca”. E’ organizzato da Società Italia, creata nel 1993 da
Tatiana Souchtcheva e Roberto Chinello, che
non solo distribuisce marchi italiani negli stati dell’ex Unione
Sovietica, ma crea scambi fra il mondo imprenditoriale italiano e quello russo.
Aya Bapani |
Undici designer hanno proposto le loro collezioni
nella sede di Via Cerva e un comitato
del festival le ha valutate assegnando tre premi. “Original design”, che
premia la creatività è andato ad Aya Bapani del Kazakistan: abiti lunghi in
tessuti pesanti, anche in feltro, con motivi floreali, tipo matrioska. Originali,
d’effetto, legati alle tradizioni, ma un po’ slegati dalla realtà. Il “quality
tailoring”, con chiari riferimenti alla sartorialità, è toccato alla georgiana Tamuna Ingorokva. Buona ricerca
di tessuti, colori sobri,forme femminili ma troppo enfatizzate. La russa Masha
Tsigal si è aggiudicata “International promise”. Non a caso la sua collezione è
la più portabile, con paillettes sugli abiti da sera, giacchine in pelle nera
dipinte addosso. Solo negli stampati l’ispirazione a Nina Vatolina, l’artista
scomparsa nel 2002 famosa per i
manifesti “di regime”.
Un altro premio è stato assegnato da Nicoletta
Romanoff, ambasciatrice del
Festival per le sue origini. L’attrice
ha privilegiato la portabilità e ha scelto la collezione della russa Julia
Dalakian: proposte non particolarmente connotate, ma fluide e di colori
donanti. Mentre la madrina del festival Catherine Malandrino, stilista francese
che da anni vive e sfila a New York(la sua boutique di Soho è comparsa spesso
in Sex and the city) ha premiato gli stilisti che potrebbero essere meglio
recepiti sul mercato americano: Aya Bapani; Natalia Soldatova(di S.Pietroburgo
) per la collezione Soldanata, che rielabora elementi delle divise militari e
gioca con applicazioni di pizzo e inserti;Alyona Serebrova, dell’Ucraina, che
negli abiti dalla linea diritta taglia a listelli i tipici scialli
floreali e li ricuce insieme con un effetto quasi pop.
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