giovedì 18 gennaio 2024

E' IN SCENA IL DISAGIO

Sembra un voluto contrasto che lo spettacolo Dopodiché Stasera mi butto sia andato in scena ( il 16 e 17 gennaio) al Teatro Gerolamo di Milano, piccolo gioiello di fine ‘800. Tanto che quello che si vede a sipario aperto, prima dell’inizio, non sembra una scenografia, ma un allestimento in corso. Quando poi voci fuori campo pronunciano frasi da rapper al limite del turpiloquio, il contrasto rasenta il fastidioso. Irritano le risate del pubblico. Poi entrano in scena gli attori ed è un crescendo di divertimento e di risate, non superficiali. 



Sono i quattro del Collettivo Generazione Disagio, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Andrea Panigatti, Luca Mammoli, anche autori dei testi, che da dieci anni portano avanti, con le dovute attualizzazioni, questo “spettacolo manifesto”. Tre di loro rappresentano la Generazione Disagio:  giovani invecchiati “non abbastanza da godere degli sconti e troppo giovani per essere presi sul serio”. “Non abbiamo più la paghetta ma non ci danno ancora lo stipendio” dicono. Oltre ai tre, un laureando, un precario e uno stagista, c’è un conduttore che li coinvolge in un gioco dell’oca in cui l’ultima casella è il suicidio, unica via di uscita possibile. Nel percorso i tre, a seconda di quello che chiede la casella, raccontano pezzi di vita, "sfighe", ricorsi,  aspirazioni con cui riuscire a raggiungere il tragico obiettivo. Spesso si imbattono nella casella "Imprevisto" da cui può emergere  qualcosa di positivo: un riconoscimento sul lavoro, il ritorno di un ex fidanzata e simili che fanno indietreggiare automaticamente il concorrente e allontanare il suicidio. Le gag continuano inarrestabili, non c’è mai un momento di stasi. Il pubblico è coinvolto fisicamente come nel caso delle palline colorate da lanciare sugli attori. Impossibile distrarsi, anche perché nel disagio portato alle stelle c’è, purtroppo, un’impeccabile, pure se esasperata, analisi delle contraddizioni in cui viviamo. Finale movimentato sulle note di Stasera mi butto, 45 giri successo-tormentone fine anni 60 di Rocky Roberts. 

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