venerdì 19 gennaio 2024

SI, VOLARE

Quanti sono stati nel tempo gli scritti, le opere, gli spettacoli, le storie dedicate a Icaro? Una figura quella del primo uomo volante che può entrare in tanti mondi, svelare desideri, aspirazioni, insuccessi ma anche successi, voglia di elevazione, coraggio, incoscienza, determinazione, passione folle ecc. Per Daniele Finzi PascaIcaro è l’opera più rappresentativa della Compagnia che porta il suo nome. Scritta nel 1989 ai suoi esordi, l’artista la ripropone più di trent’anni dopo al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano (dal 18 al 21 gennaio). 


Autore, regista, interprete, ma soprattutto talento eclettico, Finzi Pasca ha al suo attivo uno straordinario e variegato curriculum di creazioni che vanno dall’opera lirica a spettacoli per cerimonie olimpiche e per il Cirque du Soleil, a eventi grandiosi come l’installazione per l’inaugurazione, a Mosca nel 2020, del più grande organo della Russia con i 24 migliori organisti del mondo che si sono esibiti per 24 ore consecutive.  Questo Icaro è la storia di una fuga a due, ma non d’amore, per cui Finzi Pasca prima di aprire il sipario cerca nel pubblico una persona con cui condividere l’esperienza. La scena si apre quindi su una ipotetica e sublimata stanza di ospedale senza tempo, con baldacchini che diventano parte integrante della storia, così come l’armadio bianco, con una valigia sopra che si scoprirà piena di fiori finti, destinato a spalancarsi a sorpresa sulla libertà. Perché la stanza non ha né finestre, né porte, l’unico contatto con il mondo è attraverso le suore che non si vedono mai. Finzi Pasca, continua a parlare al pubblico, alle volte con la persona che ha scelto tra gli spettatori. Progetta, spiega, domanda, racconta. Addirittura suona, anzi fa suonare la rete di un letto. Il surreale è prevalente, mescolato alla fiaba e al viaggio nell’assurdo,  tratteggiato con spunti cominci e anche di vita vissuta. Il sipario si chiude sui due che scappano e una musica da lieto fine cinematografico. 

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