mercoledì 20 novembre 2019

COP(P)IA CONFORME



Che Coppia aperta quasi spalancata, scritta da Franca Rame e Dario Fo, sia stata una delle pièce più di successo degli anni Ottanta non c'è bisogno di conferma dalle statistiche che riportano la sua messa in scena in trenta teatri tedeschi nello stesso periodo. Sicuramente è datata, dato che la coppia protagonista sono due ex sessantottini, con passato e velleità da figli dei fiori. La riedizione di Infinito Teatro con la regia di Alessandro Tedeschi rivede, quindi, certi dettagli per attualizzarli, ben attenta però a non snaturarne la struttura. Chiara Francini è una perfetta Antonia, sia nei panni ingoffanti e con tendenza al piagnisteo della moglie tradita e trascurata, sempre sull’orlo del suicidio e dell'omicidio, sia in quelli della donna liberata e indipendente in piena storia con un affascinante fisico, più giovane di lei, addirittura candidato al Nobel. Alessandro Federico è quanto mai convincente nel ruolo del marito fedigrafo, con la pretesa di spacciare le sue continue scappatelle come necessarie per il superamento del matrimonio borghese. E altrettanto in quello dell’innamorato macho e geloso  che non  accetta di essere sostituito. Le battute si susseguono senza sosta, con qualche aggiustamento rispetto al testo originale. Ecco che le banalità sull’amore attribuite all’allora autorità in materia Alberoni, prendono la paternità di Recalcati. Certi modi di dire sostituiscono altri. Curiosamente il prototipo-riferimento di bellezza maschile citato resta Padre Ralph (Richard Chamberlain) di Uccelli di Rovo, la serie tv del 1983 più amata dalle casalinghe. Essenziale, ma ben studiata la scenografia di Katia Titolo. Buone e mai prevaricanti le musiche di Setti. Coppia aperta quasi spalancata è al Teatro Menotti di Milano  fino al 24 novembre. Per proseguire in tournée per l’Italia fino al 31 gennaio 2020. 

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