martedì 19 novembre 2019

ATTENTI A QUEI DUE


Sala zeppa ieri sera al Teatro Menotti di Milano per Interessa l’articolo?, lo spettacolo-rassegna stampa ideato e condotto da Enrico Bertolino e Luca Bottura. Un format, sperimentato già alla radio con successo, che vede sul palco un cabarettista-opinionista e un giornalista commentare fatti del momento. Attraverso le schermate delle prime pagine di quotidiani, titoli, articoli, alcuni veri anche se incredibili(v.La verità), altri riveduti con montaggi. Il tutto con un magistrale accompagnamento musicale del polistrumentista Tiziano Cannas Aghedu. Gli inizi non sono stati particolarmente brillanti, nonostante la satira che non perdona di Bottura, la sfavillante comicità di Bertolino, e soprattutto la straordinaria  tempestività dei commenti, quasi in tempo reale rispetto ai fatti: costume, attualità ma soprattutto politica. Poi a poco a poco l’atmosfera si è scaldata, con qualche tentativo di coinvolgere il pubblico. Le analisi sono apparse sempre più profonde e ben condotte, con la capacità di far risaltare elementi che potevano essere sfuggiti ai più. Senza mai scendere nell’offesa o nella banalità. Ben giocato il quadretto sulle domande improbabili che vengono poste ai banchi del check-in dell’aeroporto, assolutamente vere, come confermava la presenza di una simpatica addetta di Malpensa, che ne ha fatto materia per un seguitissimo blog. Irresistibile l’assolo di Bertolino nel ruolo di un muratore bergamasco  con le sue  esternazioni sui muri , da Berlino a Gerusalemme, passando per la Muraglia cinese. Gran finale con Alla fiera del Pd, rivisitazione della celeberrima canzone di Branduardi con il racconto dei personaggi e delle vicissitudini del partito, da Veltroni a Zingaretti. Bis molto applaudito con Predappio: prese di mira, sulle note di Azzurro (Conte-Celentano), le grottesche affermazioni del sindaco della cittadina romagnola a proposito del treno della memoria. Spettacolo riuscitissimo, se non altro per l’imparzialità degli attacchi e la presa in giro, invece, senza pietà del trucemente ridicolo sovranismo dilagante.     

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