I
pavesi lo sanno, ma la maggior parte degli italiani lo ignora. Il ponte ad
archi che s’intravvede nello sfondo della
Gioconda potrebbe essere il Ponte
del Diavolo sul fiume Trebbia, che nei
giorni di sereno si vede dal Castello di Pavia (in alto, come appare nel percorso di realtà virtuale). Quindi il capolavoro più famoso
del mondo potrebbe essere stato dipinto in questa città, dove il genio visse
vent’anni, lavorando e frequentando le lezioni di anatomia, fondamentali per lo
studio sull’Uomo Vitruviano. Normale
quindi che Pavia gli dedichi per i cinquecento anni dalla morte una mostra
centrata proprio sulla Gioconda, dal
24 novembre al 29 marzo 2020. S’intitola Looking
for Monna Lisa e come dice il sottotitolo racconta misteri e ironie attorno alla più celebre icona pop. La Gioconda è quindi il punto di partenza
di opere contemporanee. Sull’onda di quel capitolo di storia dell’arte, per cui
nel 1919 Marcel Duchamp, sostenendo che gli artisti devono “scegliere oggetti
della quotidianità e farli diventare arte”, prende una cartolina con la Gioconda e disegna i baffi. La intitola
LHOOQ, alludendo
a una sfrenata sessualità della signora. L’ironia sull’opera d’arte è sdoganata e più tardi
nel 1959 su un numero di Bizarre, Dalì avrà modo di scrivere “L’evento più fondamentale dopo la dichiarazione dei
diritti dell’uomo è la dichiarazione a disporre liberamente della Gioconda”. La rivista con Monna Lisa
bendata in copertina è uno dei pezzi
esposti nello Spazio Arti Contemporanee del Broletto. Insieme a molte altre
opere tra cui Money Lisa di Sarenco,
in cui intorno al volto ci sono le banconote da 50mila lire con Leonardo,
attacco all’uso strumentale dell’arte per il merchandising.L’opera di Julian
Blaine mette insieme Monna Lisa e la
Marilyn di Warhol. Ci sono i lavori della Orlan che fa della chirurgia plastica
una performance grazie alla quale si trasforma per somigliare a Monna Lisa. La
mostra prosegue nelle sale del Castello Visconteo, dove l’ambientazione è
straordinaria. C’è Inachevé di Ben
Vautier, gli zoccoli con paesaggio di Elisa Zadi riferimento a una Monna Lisa
che viaggia, la Bat Lisa in
terracotta policroma di Gianni Cella(foto al centro). Frida
Kahlo è ripresa nella posizione della Gioconda
da Giuseppe Veneziano. Lorenzo Puglisi decostruisce il capolavoro per farne
emergere solo il volto e le mani su un fondo nero. La chiesa sconsacrata di
Santa Maria Gualtieri accoglie Monna Lisa
Who? l’esperienza multimediale realizzata dallo studio Karmachina
sull’ipotesi che Monna Lisa sia Isabella d’Aragona, con affascinanti immagini
da caleidoscopio. Sempre al Castello si può ripercorrere con il progetto di realtà aumentata di Way, i
luoghi di Pavia e dintorni che hanno ispirato il maestro. Completa la
mostra-celebrazione un gigantesco Leonardo di cinque metri per quattro, in
idroresina e marmo cipollino, di Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino, in Piazza del Municipio.
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