giovedì 3 ottobre 2019

TRA NATURA E CULTURA




“Mio padre, filosofo, la natura la portava fuori casa, io la porto dentro casa” così dice Koen Vanmechelen, classe 1965, del Limburgo  nelle Fiandre, tra Vestfalia, Brabante e Paesi Bassi. Proprio quella regione dove sono nati Bruegel, Bosch, Rubens e secoli dopo Joseph Beuys. Nelle sue opere ci sono svariati elementi della pittura dei conterranei. Tra natura e cultura. Si possono vedere nel Teatro dell’architettura di Mendrisio, da domani al 2 febbraio, nella mostra Koen Vanmechelen.The worth of life. 1982-2019. La scelta del luogo nasce dall’incontro dell’artista con Mario Botta progettista del teatro, straordinario edificio cilindrico                     che fa parte del Campus dell’Università della Svizzera Italiana–Accademia di architettura (in basso). Ideale per ospitare un’esposizione che affronta questioni fondamentali della vita. “Vanmechelen è un artista interessante che mette insieme discipline diverse. Oltre a lavorare con la forma espressiva è interessato al valore della vita” ha commentato Botta, professore emerito dell’Università da pochi giorni. Le sue opere che utilizzano linguaggi diversi, dalla pittura alla scultura, dai video alle installazioni, stimolano la riflessione, mettono in evidenza la fragilità umana, il nostro rapporto antico con gli animali, l’importanza della diversità e il valore della vita, come è scritto nel titolo. Ecco due grandi mani nere, una su cui scivolano dei diamanti, l’altra che sembra proteggere un pulcino di cristallo. Il tema dell’uovo che si rompe dopo 21 giorni e ha  poche probabilità di generare una vita, è raccontato dal grande uovo bianco al pian terreno, ma anche dall’incubatrice, piuttosto che dal busto di marmo che come cappello o parrucca ha un uovo di struzzo spezzato, da cui è appena uscita una lucertola imbalsamata. Dall’uovo al pulcino, al gallo, alla gallina. I polli compaiono in molte opere da protagonisti e non. Eccoli in primi piani con piumaggio e creste fiammeggianti. Eccoli avvolti di serpenti imbalsamati che fanno da copricapo a un busto e parlano di ibridi, incroci, trasformazioni. Un grande libro Planetary Community Chicken racchiude i nomi di tutte le possibili specie. C’è poi una scritta luminosa rivelatrice : Rompere la gabbia significa stabilire un’energia libera per le nuove generazioni. Come gabbia non s’intende solo l’uovo. Ha immaginato che il teatro fosse una gabbia, in cui le opere sono uccelli esotici, il critico d’arte Didi Bozzini, curatore della mostra. Di grande complessità, ha detto, esporre opere d’arte in un’opera d’arte. Anche se fra l’architetto e l’artista c’è una storia di lavoro comune, avendo Botta progettato lo studio di Vanmechelen a Genk. Per Bozzini l’arte  di Vanmechelen, per quanto profonda, non ha bisogno di spiegazioni. E aggiunge: “Una mostra che ha bisogno di un bugiardino, come una medicina, non è una buona mostra . Il curatore serve a far dimenticare la pochezza delle opere. Più che di un curatore avrebbe bisogno di un guaritore”. 

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