martedì 11 ottobre 2022

RACCONTI A SCATTI

Una mostra che fa da contorno a un libro. Proprio al contrario di quello che succede normalmente, per cui è il catalogo a fare da completamento alla mostra. S’intitola come il libro Il viaggio nel viaggio tra pellicola e pensiero, la mostra fotografica di Giulio Andreini, da ieri fino al 31 ottobre alla Biblioteca Sormani di Milano. Questa volta le foto sono venti delle 65 del volume. Ma il racconto a immagini è già completo, esauriente. Si ha difficoltà a pensare che possa esserci ancora altro e interpretato con quel particolare punto di vista, che è appunto tra pellicola e pensiero. 




Perché le foto di Andreini sono un giro del mondo in cui protagonisti non sono paesaggi, città, bellezze artistiche ma ritratti di persone, alle volte rappresentative del luogo, altre slegate dal contesto, anche se solo apparentemente. Se un’immagine del palio di Siena, dove è nato e vive Andreini, rimanda immediatamente alla città, quello di due spettatrici  entusiaste non lo è altrettanto. Nella foto di due turisti a un museo con l’auricolare-guida i soggetti sono loro, non la statua vicina. Se i tangueri raccontano l’Argentina e le evoluzioni dei ragazzi palestrati sulla spiaggia possono far pensare al Brasile, i riferimenti non sono mai ovvi. Quanto al bambino in una scatola di cartone che vende i suoi giornalini, fotografato a Grosseto, potrebbe davvero essere in mille parti del mondo. E questo perché dietro ogni foto si può davvero individuare o costruire un racconto.  Come scrive Mosé Franchi, che ha curato la mostra e i testi del libro ”Le immagini non rappresentano trofei d’autore e neanche souvenir di viaggio, ma piccoli racconti sui quali indagare”.  E curiosamente nei volti, appunto nei ritratti delle persone così diversi tra loro, c’è qualcosa che li accomuna. Può essere un sorriso, uno sguardo, un gesto che l’autore è riuscito a cogliere senza voler mai giudicare, imporre un taglio, lanciare un messaggio.  Le foto sono state realizzate tra il 1981 e il 2003, quindi sono tutte in pellicola, come dice il titolo. In ogni didascalia, oltre che l’anno e il luogo dove è stata scattata la foto, c’è il tipo di pellicola usata.  La mostra, ma con quaranta foto, è già stata all’Image Academy di Brescia e alla Fine Art Images Gallery di Chieri(Torino). Prossimamente sarà a Bologna. 


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