Già
il fatto di un repertorio, con trame comprensibili in tutte le lingue e una
formula inedita, dà ai lavori di Familie Floez un motivo sufficiente per il successo. Se poi si
aggiunge che riescono a divertire per quasi due ore, ne fa veramente un caso. A
un anno di distanza sono tornati a Milano al Menotti, ora Menotti Teatro
F.Perego, con Hotel Paradiso.
La scena è un piccolo albergo di montagna. Con tutte le caratteristiche del
caso: porta girevole, unico elemento in linea con le quattro stelle, un
ascensore fuori servizio, il banco della reception con chiavi appese, le
finestre dalle vezzose
tendine con volant, e perfino le montagne innevate che
escono a sorpresa da dietro le quinte. Oltre a una fontana per pompare acqua,
si presume con caratteristiche terapeutiche. La padrona è un’anziana signora, la
cui unica preoccupazione, oltre a bacchettare realmente con il bastone i figli,
è omaggiare il marito defunto di cui incombe il ritratto sopra l'ascensore. I
figli sono il portiere che sogna il grande amore e si diletta in danze con
polvere di stelle, in realtà pezzettini di carta ricavati con la macchinetta
per fare i buchi, e la figlia con attitudini manageriali, desiderosa di portare
sempre nuove, quanto inutili modifiche all'hotel, valletto biondo compreso. C'è
poi un cuoco con il grembiule perennemente sporco di sangue che convive con un
cane che abbaia sempre. E si intuisce che diventa, pure lui, oggetto delle
truculente macellazioni che avvengono dietro la porta della cucina. Completa
il quadro una cameriera cleptomane che si impossessa di tutto, dal beauty case
dell'ospite al campanello, all'estintore che nasconde goffamente sotto le
gonne. Tra gli ospiti due bizzarre signore di cui si innamora il figlio, un
allampanato e distratto sportivo con maglione norvegese, un asceta in kimono che
gira per la hall con posizioni da yoga, due poliziotti in cerca di un ladro,
che si è avvolto in un tappeto per nascondersi. Molti quindi i personaggi, in
realtà quattro solo gli attori che assumono le identità più disparate con abiti
diversi e maschere giganti. Scambi, equivoci, aggressioni, situazioni da
vaudeville dove tutto è raccontato con i gesti e con l'espressione, anche se
ferma e sempre la stessa, delle maschere. Sottile umorismo si alterna a
battute, mute naturalmente, da caserma o anche banali che nel contesto però
diventano speciali e raffinate. Straordinarie le trasformazioni dei personaggi
tra le quali primeggia quella della vecchia padrona magra, gobba e piccola, che
è in realtà un attore alto e atletico. Familie Floez, ovviamente con altri
attori, è stato in contemporanea al Teatro Menotti, al Teatro della Tosse di Genova con lo spettacolo Teatro
Delusio.
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