Il
fatto che Shakespeare continui a essere rappresentato con successo e soprattutto a essere attuale è sicuramente dovuto al fatto
che, al di là della trama e dell'ambientazione, c’è un’esplorazione nei
sentimenti davvero straordinaria . Tra le tante rivisitazioni Abitare
la battaglia (Conseguenze del Macbeth), messo in scena da La fabbrica
dell'Attore e il Teatro Vascello Roma con la regia di Pierpaolo Sepe, è una
delle prove più convincenti. Più che uno spettacolo teatrale può essere considerato
una performance o ancora meglio un'installazione in movimento. Sul palcoscenico
sette persone, di cui una sola donna. Non parlano, raramente sussurrano qualcosa.
Si muovono molto, ora all'unisono, ora ognuno per conto proprio. I loro gesti
sono calibrati, le loro posizioni statuarie,
spesso formano delle composizioni dove l’umano è secondario.
L'accompagnamento musicale consiste in suoni spezzati, interrotti, sovente
metallici o stridenti, in accordo o in contrasto con le luci, attentamente studiate
a formare effetti speciali. Come nel caso del groviglio umano, quando i
palloncini neri, nelle mani di ognuno, mossi in un certo modo e sotto le luci,
diventano dei nastri danzanti. I costumi sono essenziali: pantaloni con bretelle per gli uomini, un abito marrone per la donna. Nessun oggetto in
scena, solo un casco dalla forma di testa di animale, una corona, una
sedia-trono da cui un breve aggancio con la tragedia shakespeariana. Qui non ci
sono protagonisti. Il vero, assoluto, incontrastato protagonista è il male. Non
è solo nella perfida regina pronta a tutto purché il marito arrivi al potere.
E' in tutti, passa dall'uno all'altro. Perché nessuno è totalmente buono o
totalmente cattivo. C'è l'ambiguità, l'inganno, la simulazione, la perversione.
E,incredibilmente, anche se non si ha il soggetto da condannare, l'eroe buono o quello a cui dare il proprio appoggio, si segue la drammaturgia, come fosse
una storia con finale. Una prova di teatro davvero eccezionale con
un'esecuzione perfetta, da parte di tutti. Dagli attori-mimi-ballerini al
regista, dalla drammaturga alla costumista, da chi ha curato i movimenti di
scena a chi si è occupato delle luci. Lo spettacolo è al Teatro Menotti di
Milano fino al 24 marzo.
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