venerdì 29 marzo 2019

L'ARCHITETTO DELLA GENTE




Nel 2018 ha ricevuto il Pritzker Price, il più ambito premio di architettura. Ha lavorato con Le Corbusier e Louis Khan.  In sessant’anni di attività ha progettato intere città, complessi residenziali, scuole, università, teatri, edifici amministrativi, case private, curando esterni e interni.  Ma non è per il lungo e straordinario curriculum che Balkrishna Doshi (Pune, India, classe 1927) è davvero un personaggio. E’ il pensiero e la coerenza  che sono dietro al suo lavoro e alla sua vita. Ci si stupisce, e quasi ci s’indigna, che il suo nome sia rimasto sconosciuto ai più per troppi anni. E nello stesso tempo si ha un’ulteriore conferma  di come il Vitra Museum di Basilea, riesca sempre a  proporre mostre  con contenuti inediti e altissimi. Da domani fino all’8 settembre, nella palazzina bianca disegnata da Frank Gehry, è di scena  Balkrishna Doshi: Architecture for the people. “Non vuole fare vedere  quello che abbiamo fatto, ma cosa si può fare con quello che abbiamo” ha detto Doshi, alla conferenza di presentazione, con  una semplicità, che non è falsa modestia, ma espressione della sua grande sensibilità. Di quell’umanità nell’approccio, per cui le persone sono sempre al centro di quello che progetta. Da cui l’importanza data alla qualità della vita, alla sostenibilità, in tempi in cui non era un tema prioritario. La mostra racconta il suo modo di pensare e di ragionare, che mette insieme musica, arte, filosofia, e per questo non segue un percorso cronologico. E’ divisa in quattro sezioni. La prima è dedicata al complesso universitario di Ahmedabad e alla scuola di architettura con la surreale Gufa (grotta, in lingua gujarati), galleria sotterranea con all’esterno cupole di diverse dimensioni, realizzata non da operai specializzati ma da donne, secondo lui più scrupolose e con una migliore manualità (in basso). La seconda sezione parla di edilizia sociale, ispirata agli insegnamenti del Mahatma Gandhi. Ecco plastici e foto che mostrano come partendo da un piccolo blocco con sanitari e una stanza si possano aggiungere, a seconda delle esigenze e delle possibilità economiche, altri locali. E come esista un sistema di scale e pianerottoli per favorire gli incontri tra i residenti (al centro). Qui sono riprodotti in scala ridotta anche la sua casa e il suo studio, con pianta a croce, per sfruttare dappertutto la luce solare. Nella terza sezione ci sono foto, plastici e dettagli dei grandi edifici come il Premabhai Hall ad Ahmedabad, pietra miliare dell’architettura istituzionale, che richiama vagamente la forma di un leone. Nell’ultima sezione, infine, da vedere i suoi progetti urbanistici, come il complesso residenziale nel Rajasthan con 15mila appartamenti, dove il tema della sostenibilità è affrontato a 360 gradi. 

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