venerdì 8 febbraio 2019

QUEL CHE E' REALE...E' SURREALE




“Mi sforzo di dipingere meravigliosamente tristi verità”  così ha scritto Max von Moos. La frase sintetizza temi e linguaggio del surrealismo. E’ uno degli artisti di Surrealismo Svizzera, da domani al 16 giugno al MASI di Lugano (nella foto una sala vista lago). La non concordanza e cioè Svizzera con la a, non è un refuso. Ma un imperativo, che esprime e sottolinea il lato aggressivo del movimento, ha precisato la curatrice Francesca Benini. Risponde alla domanda scritta in grande sul muro della prima sala del percorso espositivo Esiste un surrealismo svizzero? La mostra, ha spiegato Tobia Bezzola direttore del MASI, non vuole essere enciclopedica, ma una selezione  di artisti dagli anni Venti ai Quaranta.  Dai precursori come Hans Arp e Paul Klee, che non si consideravano dei surrealisti, agli esponenti di gruppi d’avanguardia e progressisti, banditi  dalla cultura istituzionale repressiva di quegli anni. Nelle loro opere, di pittura in prevalenza e di scultura, sono evidenziate  le due linee 
principali del surrealismo e cioè  quella verista con uno stile pittorico preciso e dirompente e quella che punta sull’inconscio, sulla metamorfosi, quasi al confine con l’horror. A conferma delle associazioni illogiche, tipiche del surrealismo, i titoli delle  opere, o le frasi dei pittori, ma anche degli scrittori come André Breton tra i fondatori del movimento, scritte su pannelli. Come di Jean Viollier Lo spaventapasseri affascinante (foto al centro), Visione in un cassetto, dove visi di donna, fiori, nuvole esplodono, appunto, da un cassetto come pezzi di un sogno,  o Meditazioni ginevrine, ritratto di due donne che parlano, tratteggiate con pennellate di luce. O Il mondo al contrario di Werner Schaad  con le case posate sul collo di uomini in giacca e cravatta. O ancora  Il menu senza appetito, disegno di Paul Klee con carote e verdure che prendono la forma di arti umani e un fiore che diventa una bocca carnosa. Commuovente e strepitosa condanna della violenza Il fiore in pericolo (foto in basso), stilizzata scultura di Alberto Giacometti.     

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