Chi avrebbe pensato che in un paese della Liguria Chico
Mendes il famoso seringueiro (raccoglitore di caucciù) e ambientalista avesse vissuto e insegnato ai ragazzi della
scuola media(v.foto)? O ancora che in una chiesa anonima di un entroterra sconosciuto ci fosse un quadro di scuola
caravaggesca? Resti romani, testimonianze di passaggi di personaggi doc, teatri
di battaglie, luoghi con qualche caratteristica speciale, storica o naturale, ormai
si possono scoprire, senza ricorrere a testi o mappe di autorevoli enciclopedie.
E questo è solo la parte secondaria del gioco dell’estate. Definizione impropria, dato che la ricerca dei Pokemon, perché di
questo si tratta, è in ballo da mesi e ha tutta l’aria di continuare oltre
l’autunno. Le città d’arte sono piene di famigliole con papà o mamma che
consultano guide, mentre i figli millennial
smanettano sui loro smartphone. E non
per avere notizie più aggiornate sul sito storico o artistico, ma per
trovare serpenti, tartarughe, scoiattoli
e altri pocket monsters che la Niantic, società di sviluppo software, prima parte di Google,
distribuisce virtualmente nel territorio. E guadagnare punti. Ma la cosa
interessante è che i maggiori ricercatori di mostri tascabili sono i
trenta-quarantenni, per cui il gioco è diventato una medicina antistress. A Milano lo Wow Spazio Fumetto è stato
trasformato in un Pokestop e il vicino Parco Oreste del Buono è diventata una
palestra dove far combattere i propri mostriciattoli. Non solo, dal 1° settembre
al 2 ottobre al Museo del Fumetto ci sarà una mostra per celebrare i vent’ anni
dei Pokemon. Di fronte ai numerosi entusiasti, anche con profilo e livello
culturale insospettabile, sono in aumento i detrattori. E se l’interdizione ai
Pokemom in Iran rientra negli schemi il caso di Bressolles, piccolo paese
vicino a Lione fa notizia. Qui il sindaco ha chiesto alla software house californiana la rimozione totale del gioco, per la
dipendenza che può generare nei giovani.
Quasi una "droga" per i più giovani. Che come il ragazzo a cena da me ieri sera ha passato tutta la serata attaccato al sua tablet dimentico anche di mangiare. Complici i suoi genitori, troppo permissivi? Poi, uscendo, mi ha detto che sarebbe tornato presto per dare la caccia ai Pokemon perchè a casa mia e in giardino ce ne erano tanti.
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