venerdì 19 agosto 2016

TRECCANI? NO, POKEMON



Chi avrebbe pensato che in un paese della Liguria Chico Mendes il famoso seringueiro (raccoglitore di caucciù) e ambientalista  avesse vissuto e insegnato ai ragazzi della scuola media(v.foto)? O ancora che in una chiesa anonima di un entroterra  sconosciuto ci fosse un quadro di scuola caravaggesca? Resti romani, testimonianze di passaggi di personaggi doc, teatri di battaglie, luoghi con qualche caratteristica speciale, storica o naturale, ormai si possono scoprire, senza ricorrere a testi o mappe di autorevoli enciclopedie. E questo è solo la parte secondaria del gioco dell’estate. Definizione impropria,  dato che la ricerca dei Pokemon, perché di questo si tratta, è in ballo da mesi e ha tutta l’aria di continuare oltre l’autunno. Le città d’arte sono piene di famigliole con papà o mamma che consultano guide, mentre i figli millennial smanettano sui loro smartphone. E non per avere notizie più aggiornate sul sito storico o artistico, ma per trovare  serpenti, tartarughe, scoiattoli e altri pocket monsters   che la Niantic, società di sviluppo software, prima parte di Google, distribuisce virtualmente nel territorio. E guadagnare punti. Ma la cosa interessante è che i maggiori ricercatori di mostri tascabili sono i trenta-quarantenni, per cui il gioco è diventato una medicina antistress.  A Milano lo Wow Spazio Fumetto è stato trasformato in un Pokestop e il vicino Parco Oreste del Buono è diventata una palestra dove far combattere i propri mostriciattoli. Non solo, dal 1° settembre al 2 ottobre al Museo del Fumetto ci sarà una mostra per celebrare i vent’ anni dei Pokemon. Di fronte ai numerosi entusiasti, anche con profilo e livello culturale insospettabile, sono in aumento i detrattori. E se l’interdizione ai Pokemom in Iran rientra negli schemi il caso di Bressolles, piccolo paese vicino a Lione fa notizia. Qui il sindaco ha chiesto alla software house californiana la rimozione totale del gioco, per la dipendenza che può generare nei giovani.  

1 commento:

  1. Quasi una "droga" per i più giovani. Che come il ragazzo a cena da me ieri sera ha passato tutta la serata attaccato al sua tablet dimentico anche di mangiare. Complici i suoi genitori, troppo permissivi? Poi, uscendo, mi ha detto che sarebbe tornato presto per dare la caccia ai Pokemon perchè a casa mia e in giardino ce ne erano tanti.

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