Bosco verticale, giardini sospesi, orti
metropolitani, orti d’azienda, campi di grano tra grattacieli. Anche se si
apprezza enormemente l’importanza data
al verde nella progettazione urbana, quando si viene a sapere di
un’installazione artistica dal titolo Hanging Garden, è spontaneo un “Ancora!”. Magari flebile, magari
smorzato, magari solo pensiero sfuggente. E’ quindi una piacevole sorpresa scoprire che Hanging Garden di Kris
Ruhs (New York 1952), da ieri al 26
aprile alla Galleria Carla Sozzani di Milano, non abbia nessun riferimento con
il verde tradizionale. E non
solo perché il colore dominante è l’oro
del filo metallico, con qualche flash di
bianco della ceramica. La natura di questa foresta crisoelefantina del Tremila pur nella sua bellezza, ha un fascino quasi ossessivo. In realtà è la
materia che prevale. Elaborata dall’artista con maestria e creatività genera fiori, rami, foglie. Perline di
ceramica sono infilate l’una accanto all’altra a formare una spiga. Un filo di
metallo è ripetutamente contorto a disegnare un bocciolo. E’ un bosco in cui
non ci si può inoltrare e neanche perdersi fisicamente, perché gli pseudo
alberi sono troppo ravvicinati tra loro. Ma se lo si osserva con attenzione può
attrarre e addirittura rapire la mente
per qualche istante. Per certi versi è freddo,
distante, oltre il surreale, per altri seducente in modo ambiguo, invitante, pronto
ad accoglierti.
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