martedì 9 settembre 2014

DONNE DI CUORE


 Firenze
 New York
 Berlino

Può sembrare poco intrigante la mostra “Le dame dei Pollaiolo”,  al Museo Poldi Pezzoli di Milano, dal 7 novembre al 16 febbraio. Tutti conoscono il profilo della signora dal collo lungo . Perfino chi non ha mai messo piede nel museo, sa che quel dipinto ne è il simbolo. Ma niente di più. Guardando però più attentamente il titolo si coglie quel plurale “Le dame”, poi quel “dei” prima di Pollaiolo e la curiosità prende piede. L’esposizione  è dedicata  ai due figli del venditore di polli fiorentino soprannominato il Pollaiolo: il più conosciuto  Antonio (1431-1498) e il meno noto, anzi il dimenticato Piero (1442-1485). Che in realtà è il vero pittore e forse l'autore delle dame.Oltre quella del Poldi Pezzoli, l’ultima ritratta, ce ne sono altre tre, che saranno portate a Milano una dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, l’altra dal Metropolitan Museum of Art di New York e la terza, che è anche il dipinto più antico, dalla Gemaldegalerie di Berlino.  Da quel poco che si vede degli abiti e dei gioielli  si intuiscono i cambiamenti delle mode. E’accollato e austero l’abito della dama di Berlino, meno gli altri, addirittura scollato quello della dama milanese. Si viene anche a sapere che Antonio era scultore e  orafo e che la maggior parte delle sue opere non ci sono arrivate per l’esigenza, nei momenti difficili, di fare cassa fondendo l’argento. Ci resta e sarà a Milano la straordinaria croce in argento alta due metri del Battistero di Firenze e uno scudo  da parata in legno e gesso, che arriverà da Parigi, e raffigura la morte, piuttosto singolare, del mitico atleta Milone di Crotone (intrappolato da un tronco che cercava di spaccare a mani nude e poi sbranato dai lupi). Da vedere anche una serie di straordinari  disegni.  
Milano
Negli intenti dei curatori la volontà di riscoprire anche il valore delle antiche botteghe, un patrimonio italiano che va scomparendo.  Molti gli sponsor  tra cui il più importante la Fondazione Bracco e un comitato d’onore, presieduto da Diana, Bracco composto interamente da donne della cultura e della società milanese. “Sono figure femminili che trasmettono il senso della dignità che deve essere riconosciuto a tutte” ha detto dei ritratti l’ingegnere spaziale Amalia Ercoli-Finzi. “Il tema centrale è la bellezza, nella dimensione del sublime e dell’etica. Per le donne di allora che non avevano nessun modello, queste lo sono state” ha commentato la psicologa Silvia Vegetti Finzi. “Le quattro signore non  guardano chi le ritrae, ma hanno gli occhi spalancati sul mondo” è la considerazione della regista Andrée Ruth Shammah. Vari gli eventi collaterali. Dai set con grandi fotografi per ritrarre  donne contemporanee nelle stesse posizioni dei  ritratti,  agli spettacoli teatrali, ai dibattiti. In linea il catalogo edito da Skira. 




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