Quello
di ieri è uno degli ultimi spettacoli di “Odissea, un racconto Mediterraneo” che iniziato a
Macerata il 27 giugno, con Moni
Ovadia, si concluderà il 22 settembre a Ischia, sempre con Moni Ovadia. Su
progetto e regia di Sergio Maifredi racconta il ritorno di Odisseo attraverso
la lettura interpretata di vari attori. Il palcoscenico è sempre sul mare,più
o meno improvvisato. Può essere un teatro o un anfiteatro romano, ma anche l’angolo di un arsenale militare, una piazza o uno scalo.
Come quello di ieri, il secondo a
Pieve Ligure, che rientra nel festival degli Scali. Dopo Tullio Solenghi alla
Torre, è stata la volta di Amanda Sandrelli alla Chiappa con il canto V, quello
della Ninfa Calipso. E’ un minuscolo scalo tra due rocce in una piccola baia quasi all’inizio del Golfo
Paradiso. Intorno la protezione (o la cornice?) di alberi secolari. A rendere
più attraente il tutto una luna quasi piena con il suo riflesso da cartolina sull’acqua e il rumore della marea serale, appena accennato. Dopo le sintetiche ma efficaci presentazioni del
regista e dell’assessore è arrivata Sandrelli, con un lungo abito crema e
uno scialle rosso. Con una scelta se non addirittura coraggiosa, sicuramente
spiazzante, non ha voluto puntare sull’incontro fra Odisseo e la Ninfa, che è
anche il primo canto in cui lui appare realmente e non attraverso i racconti
della gente. Ha invece preferito centrare l’interesse sulla donna e sulla sua
capacità di continuare ad amare, nonostante il tempo e la lontananza. Arrivando anche
a uccidere per questo amore. Ed ecco allora il confronto con un personaggio più
contemporaneo, forse più sfaccettato, sicuramente più realistico. Clitennestra, ma quella che emerge
dalla lettura del monologo tratto da Fuochi (1935) di Marguerite Yourcenar.
Innamoratissima quanto spietata nei confronti di un insensibile Agamennone.
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