sabato 20 aprile 2013

SASSI CHE IL MARE HA CONSUMATO


“Non è una città per tutti” dice qualcuno di Matera. E non ha nulla a vedere con il fatto che è difficile da raggiungere e faticosa da visitare per i diversi livelli. Se fosse”capita” da tutti dovrebbe essere assediata dai turisti più di Venezia in una domenica d’agosto. Il riferimento non è casuale. Perché come Venezia è una città unica. Non basta dire  che può essere una spiegazione “vivibile” delle ere geologiche dal pleistocene ai giorni nostri. Dietro i "sassi" e lo  straordinario effetto presepe, c’è la storia dell’uomo e dell’architettura, che continua in una ristrutturazione rispettosa del passato, ma che tiene conto del meglio del progresso. Tutto qui ha una spiegazione di 
funzionalità. Matera è costruita in quella parte di collina di arenaria compatta, divisa dalla  Gravina, un canyon, da una collina fatta di pietre che, invece, si spezzano, se la si scava. Le  case,  solo la parte anteriore, perché il resto è nei sassi,  hanno un tetto a scala. L’acqua piovana così fluisce più lentamente per incanalarsi in tubature di tegole, verso la cisterna. Le strade, sono a gradoni ( larghi perché calcolati per il passo del mulo) per evitare che si formino “torrenti”, quando piove. Ci sono belle chiese romaniche o barocche, e Santa Lucia alle Malve è da sindrome di Stendhal. Ma niente incanta come entrare in una casa grotta. A parte quella “didascalica” di Vico Solitario, testimonianza di come viveva la gente fino a cinquant’anni fa. E’incredibile notare come le grotte sono state scavate  su diversi livelli per sfruttare la luce, che proviene da un unico ingresso. Il ristorante Il terrazzino ne è un esempio clamoroso.  Da vedere anche negli hotel . Si potrebbero chiamare diffusi, ma sono  l’unica soluzione possibile nei sassi. Dalla Locanda di S.Martino  che si sviluppa su stradine affacciate sul Sasso Barisano con arredo minimale chic. Al   Sant’Angelo Resort con vista sulla Gravina e sulla chiesa di S.Pietro Caveoso. Spazi ampi, mobili  e sanitari ultra design. O ancora Le grotte della Civita, forse il più sofisticato, dove i materiali usati  sono a kilometro zero. Anche i mobili sono recuperati sul posto o costruiti  seguendo le tecniche di un tempo. Tra le mete obbligate   il Palombaro Lungo, le vecchie cisterne.  O il MUSMA, Museo di scultura materana,  nell’ex palazzo Pomarici: opere pregevoli in una cornice unica. E infine il Rione Casalnuovo con molti  “sassi” ancora da recuperare per diventare museo.

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