domenica 12 ottobre 2025

AMORE HORROR

Per quanto il tema della violenza contro le donne sia affrontato spesso con eventi e manifestazioni (il 25 novembre si celebra la giornata internazionale della donna),i casi di stupri, violenze,  uccisioni, nelle strade e in famiglia, continuano a riempire le cronache. E’ quindi giustissimo, anzi doveroso parlarne. Il teatro in questo gioca un ruolo importante. Ne è un ottimo esempio Amori Rubati, uno spettacolo "modulabile", la cui sesta edizione è andata in scena l’11 e il 12 ottobre al Teatro Gerolamo di Milano.  



E’ tratto dalla raccolta di racconti L’amore rubato di Dacia Maraini, da lei stessa adattati per il palcoscenico. Si compone di due monologhi diretti e interpretati da Viola Graziosi (foto in basso)e da Federica Di Martino, che ne ha curato anche il progetto. Il primo monologo, dal racconto Cronaca di una violenza di gruppo s’intitola Francesca, tredicenne protagonista di una storia realmente accaduta. In scena Federica Di Martino che, cambiando solo il cappello, diventa di volta in volta il prete che trova la ragazzina sanguinante sulla strada, due degli stupratori suoi compagni di scuola, il preside che, nuovo Ponzio Pilato, preferisce ignorare la cosa, e il padre forse la figura più commuovente nella sua incapacità di dare un senso alla cosa. Tutti, anche chi mente come i ragazzini, contribuiscono a tracciare il ritratto della vittima, creatura fragile, rovinata per sempre, nel suo inguaribile dolore. Nel secondo monologo da Anna e il moro, Viola Graziosi è una bella donna in abito elegante che dialoga con la figlia, appunto Anna, all’inizio esultante per aver coronato il sogno di diventare attrice. Non la si vede ma si sente il suo entusiasmo, come quando poco dopo racconta di avere trovato l’amore della sua vita, appunto il moro, un cantante rock di successo più grande di lei. La mamma ha subito dei dubbi, confermati quando viene a conoscerlo, educato, gentile, ma sfuggente e distaccato. Cerca inutilmente di mettere in guardia la figlia, “troppo innamorata” per darle ascolto. Incominciano così i maltrattamenti, dapprima mascherati come risultato di cadute, poi sempre più forti fino ad arrivare al coma e alla morte.  Anche questa ispirata a una storia vera accaduta a Parigi. Bravissime le attrici a far rivivere con le voci, ma anche con i movimenti ben studiati, i due casi. Nessun eccesso, nessun compiacimento da melodramma, ma solo il racconto dei fatti. Attraverso i personaggi coinvolti per Di Martino, attraverso il ritratto della madre impossibilitata a intervenire per Graziosi.

venerdì 10 ottobre 2025

SI', VIAGGIARE

E’ uscito Poesia in viaggio. Una vita. 1959-2025 di Angelo Tondini Quarenghi, giornalista, scrittore, fotografo con un archivio di un milione di foto e ventisette pubblicazioni in Italia e all’estero: saggi, kaiku, racconti, epigrammi. 



Un libro difficile da definire. Anche se sono 600 pagine con 1200 componimenti, per la maggior parte poesie, non è una raccolta di poesie. Non si può considerare un libro di viaggio perché, anche se parla dei 171 Paesi che l’autore ha visitato in 65 anni, appunto dal 1959 al 2025, e sono suddivisi scrupolosamente per continenti con una parte iniziale dedicata all’Italia, non dà indicazioni sui luoghi. Non è certo un romanzo, perché non c’è una storia, una trama, dei personaggi. Anche se oltre all’autore ce ne sono a centinaia coinvolti direttamente, descritti, accennati, immaginati. Quello che è lo dice la copertina, non tanto le due fotografie, che comunque  raccontano il "saper vedere" di Tondini, quanto quella frase in basso “Il viaggiatore trova quello che non cerca. Il turista cerca quello che non trova”. In ogni poesia, perfino in ogni haiku, in ogni riflessione,  si racconta il mondo. Attraverso piccoli particolari, dettagli, l‘incontro  con una persona, i contrattempi, anche i commenti negativi. Si passa da un ricordo buffo a un’emozione, da una delusione alla constatazione di contrasti, da immagini di storia antica che rivivono ai controsensi in un aeroporto affollato o all’ossessione dei selfie, una delle "piaghe" dell’overtourism. Lo humour e il sentimentale, il critico e il divertito si intrecciano in un mix che, pur non essendo mai didascalico, fa venir voglia di viaggiare. In un certo modo, però. Il libro è edito da Underdog
      

giovedì 9 ottobre 2025

UN VIAGGIO NELL' OCCULTO

Fata Morgana: memorie dall’invisibile, titolo incuriosente per una mostra che soddisfa in pieno le aspettative.  Ideata e prodotta dalla Fondazione Trussardi, a Palazzo Morando di Milano, è curata da Massimiliano Gioni, curatore ormai "storico” della Fondazione, con la collaborazione di Daniel Birnbaum e Marta Papini. La scelta del luogo è determinante, non solo perché è un museo di Costume Moda Immagine. Come hanno detto Beatrice Trussardi, presidente della Fondazione, e Gianfranco Maraniello, direttore del Polo Museale Moderno e Contemporaneo di Milano, è un edificio dove l’arte contemporanea dialoga con l’architettura, la storia, la memoria. Ma soprattutto perché Palazzo Morando è stata la residenza (donata al Comune di Milano) della Contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini, appassionata di occultismo, con una cospicua biblioteca di libri su spiritismo, alchimia, sonnambulismo, ora conservati nell’Archivio Storico Civico e nella Biblioteca Trivulziana a Milano. 





Il titolo della mostra Fata Morgana è quello di un poema pubblicato dal francese André Breton nel 1940, un viaggio tra “zone d’ombra” dove storia, arte e misticismo si intrecciano.  Distribuiti al pianterreno e tra la collezione permanente al primo piano, dipinti, sculture, documenti, installazioni, video, foto che raccontano lo spiritismo e la sua nascita a metà 800 e l’occulto in tutte le sue forme. Coinvolte figure eccentriche, medium, malati di mente, artisti, per la maggior parte donne e femministe. Tra le più presenti le opere della pittrice svedese Hilma Klint, frutto di un linguaggio sovrannaturale che "anticipa l’astrattismo di Kandinsky e Mondrian". Non potevano mancare Carol Rama con le creature dalle grandi labbra rosse o Man Ray con il metronomo con occhio o Rosemarie Trockel con l’inquietante neonato nella carrozzina. O ancora Chiara Fumai, scomparsa nel 2017 a soli 39 anni, di cui un'opera è nel manifesto della mostra (foto al centro) o
 Andra Ursuta romena, classe 1979, con i nudi tra simbolismo oscuro e humour nero (foto in alto).  Meno conosciuti Fleury Joseph Crépin definito artista autodidatta, idraulico, musicista, rabdomante, guaritore o Giuseppe Versino  con i suoi capi e accessori creati intrecciando fili presi da stracci (foto in basso). Un primo esempio di moda sostenibile, confezionato nell’Ospedale Psichiatrico di Collegno, dove fu internato per anni. La mostra, aperta oggi, chiude il 30 novembre. Unico neo i testi espografici ottimamente compilati, ma mal collegati alle opere.

mercoledì 8 ottobre 2025

UNA HUB TUTTA PER SE'

Uno spazio aperto al pubblico dove vedere mostre di artisti affermati ed emergenti, acquistare accessori o pezzi di design con una storia da raccontare. Dove assistere alla presentazione di un libro o anche stare seduti su un divano o una poltrona vintage, di modernariato o Luigi XVI, per scambiare due chiacchiere o sfogliare un volume sul teatro, piuttosto che sull’arte o su cucine speciali. Il tutto con sottofondo di musiche scelte. Esiste ed è a Nardò, piccola città vicina a Lecce, famosa per le sue spiagge. In un palazzo dei primi 900, appena fuori dal centro storico. E’ stato inaugurato a fine settembre ed è già diventato un “indirizzo deputato” e non solo per i pugliesi.

 





Si chiama Voiceat Space, un nome che rimanda a una linea di borse con un discorso dietro, create da Annalaura Giannelli avvocato, scrittrice, ma soprattutto brillante imprenditrice con molte idee e progetti, che è riuscita a mettere in atto nel giro di poco tempo. E questo "hub culturale", come lei stessa lo definisce, la rappresenta in pieno. A cominciare dalla intelligente ristrutturazione di 150 metri quadri che, da anonimo deposito sono diventati un locale davvero accogliente. Si entra passando da un grande portone di legno a cui segue una porta a vetri che dà luce e visibilità al locale, caratterizzato da arcate contornate da mattoni e da un pavimento bianco per enfatizzare quella famosa luce salentina. In fondo, inaspettato, un piccolo ma godibilissimo giardino, con un vecchio limone e delle palme Cycas. Disseminati qua e là, sempre a formare degli angoli attraenti, poltroncine e divanetti Luigi XVI,  una consolle veneziana, un comò 800. In una libreria libri che parlano della Puglia, sul teatro, l’arte, la storia, la gastronomia. E poi le famose borse Voiceat, dalle shopper alle tracolle con le diverse riproduzioni di dipinti intriganti e anche le mantelle. Che raccontano il progetto Voiceat, una collezione che vuole dare voce alle donne maltrattate. In un  dialogo, senza competizione, borse vintage, dal secchiello di Chanel alla borsa classica di Ferragamo, alla pochette di Gianni Versace anni 80. Appese o sui tavoli le opere in mostra. Dopo le iperrealiste zebre di Vito Distante da qualche giorno alle pareti ci sono gli affascinanti animali post cubisti dell’ artista francese Etiennette Johan, posate sui tavolini e su piedistalli le flessuose "sculture con anima" di Dario Tarantino (nella foto con le sue opere). Lo spazio è aperto da lunedì pomeriggio a sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20,30. E Annalaura Giannelli è sempre presente, pronta a raccontarvi del suo progetto e di molto altro.

 

venerdì 3 ottobre 2025

LE GIOIE DELLA VITA

Fa piacere vedere come il gioiello si possa rinnovare, specie se l’elemento in più non è la preziosità dei materiali, pietre o metalli, ma il contributo di creatività. E’ il caso dei gioielli scultorei di Rossella Taffa, in mostra fino al 5 ottobre allo Spazio Brera Statuto 12, a Milano. Realizzati in bronzo e in argento, alcuni pezzi unici, colpiscono per le forme, dove il movimento è sempre  presente. 



Ecco, per esempio, l’anello in bronzo dorato con uno slancio che ricorda una spirale (a destra). O, sempre in bronzo dorato, il ciondolo Abbracci che simula una foglia mossa dal vento (a sinistra). Il senso della leggerezza è la caratteristica comune, ma anche nell’anello, interamente in bronzo dorato della serie Chevalier, tagli irregolari sulla superficie creano un movimento che toglie peso. Sono tutte piccole opere che si rifanno all’antica arte orafa della fusione a cera persa, a cui Rossella Taffa si è avvicinata incontrando l’orafa Diana di Bari. “Un raggio di luce su una pietra naturale...una forma insolita di un sasso sono solo esempi di come la mia immaginazione... mi porti a plasmare materiali naturali in una sintesi di armonia scultorea” spiega Taffa “Il mio obiettivo è creare oggetti esclusivi che vadano oltre l’ornamento, ma diventino espressioni di scelte personali”. E sembra proprio che sia riuscita nell’intento. Ad affiancare e a fare da cornice ai gioielli di Rossella Taffa, i kimono  e i caftani di Laross Unconventional Chic. Disegnati da Rossella Molteni, con un passato di giornalista e redattrice di moda, sono capi, spesso pezzi unici, in velluto di seta tinta unita e stampati che, pur ispirandosi a capi orientali molto connotati, diventano nell’interpretazione di Molteni dei kimonoaporter (sua definizione) perfetti da città, per il giorno e per la sera. 
 

giovedì 2 ottobre 2025

DAVVERO SOLIDALE

E’ difficile affrontare temi come la malattia, specie in un mondo come quello della moda dove tutto deve essere all’insegna del glamour, dell’apparenza, della bellezza, eccetera eccetera. Per questo l’iniziativa di Primark è particolarmente apprezzabile. Nel mese dedicato alla prevenzione e alla ricerca sul tumore al seno, il colosso irlandese, con oltre 80mila dipendenti in 17 paesi d’Europa e negli Stati Uniti, ha lanciato la sua campagna di sensibilizzazione chiamata We’re with you. Che non consiste solo in una cospicua donazione alla fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e a un invito ai clienti a partecipare alla raccolta fondi. 



Primark ha, infatti, creato una collezione di abbigliamento e accessori con una cinquantina di pezzi dedicata alle donne in fase post-operatoria.  Comprende  protesi per il seno in schiuma modellata,  leggere e comode da indossare, in cinque misure e con le tasche dove inserirle nei normali reggiseni, ma anche reggiseni senza ferretto, ultra confortevoli. E poi pigiami a righe, vestaglie in un tessuto caldo e morbido decisamente donanti con  ciabattine coordinate, e felpe con cappuccio, T-shirt e biancheria intima seducente. Oltre a creme e una maschera idratante per giuste coccole. Il tutto a prezzi bassissimi. 
Non finalizzato a chi ha subito l’intervento, ma destinato a persone con disabilità Primark propone, sempre a prezzi molto interessanti, pure una piccola collezione, con sistemi di zip e chiusure speciali. Dal trench classico alla maglia a righe, ai jeans. Capi tutto di buon taglio e in apparenza normali, ma in realtà studiati per essere facili da indossare anche per chi ha difficoltà nei movimenti.