sabato 25 ottobre 2025

CREATIVITA' IN DIALOGO

 Si è aperta oggi, al Museo del Tessuto di Prato, Azzedine Alaïa e Cristòbal Balenciaga. Scultori della forma. Cosa accomuna questi due grandi couturier, oltre la capacità di scolpire il tessuto e quindi il corpo femminile, come dice il titolo? Molto di più. Entrambi stranieri, uno tunisino, l’altro spagnolo, hanno iniziato la loro attività a Parigi diventando vere icone della moda francese. Tanto che Hubert de Givenchy li considerava i talenti che meglio hanno segnato la storia della moda, mettendo insieme tecnica e arte. E la mostra nasce dal suo desiderio di riunirli in un’unica esposizione. Che arriva al Museo del Tessuto in occasione del suo cinquantesimo anniversario. Una collaborazione della Fondazione del museo con la Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi, presieduta da Carla Sozzani, e i Balenciaga Archives di Parigi. Con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia e curata da Olivier Saillard, storico della moda e designer. 





L’allestimento mette ben in risalto la creatività dei due couturier, il loro aver anticipato i tempi, ma soprattutto la capacità di valorizzare il corpo femminile.  Per quanto sia ben evidenziato lo studio dei tessuti e le tecniche sartoriali, la mostra non è solo per addetti ai lavori, ma riesce ad avere un taglio quasi spettacolare. A cominciare dalla prima stanza con un fasciante abito di Alaïa e un lungo da sera Haute Couture di Balenciaga al centro e, sulle pareti, dodici disegni originali di Balenciaga, per la prima volta in Italia, alcuni con le foto dei capi indossati, e un video di Alaïa nel suo atélier (foto sopra). Quindi il percorso, non cronologico, continua con tre sezioni, dove si affiancano le creazioni dei due.  Nella prima Atélier Tailleur capi più strutturati come abiti-redingote, giacche, tailleur, dove velluto e tessuti jacquard sono protagonisti. Nella seconda, Atélier Flou ci sono gli abiti da cocktail, da gran sera, ma anche da giorno. Taffetà, raso, e il famoso "gazar", rigido ma non troppo, sono in primo piano come drappeggi e scolli particolari. Terzo settore Spagna, dove i capi strizzano l’occhio al flamenco e ai toreador, e merletto “guipure” e pizzi Chantilly si sposano con pelle ricamata, traforata, impreziosita da perline e strass. Per arrivare alla mostra, passaggio obbligato e piacevolissimo nelle sale dell’esposizione permanente del Museo, molto ben organizzata, con una notevole e interessante collezione-spiegazione sugli "stracci riciclati" per diventare filati. Consigliato, anzi obbligatorio, uno sguardo al cortile con la grande vasca-fontana dove venivano lavati gli stracci e allo shop fornitissimo di libri e di oggetti intriganti. La mostra chiude il 3 maggio 2026.    

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